“L’amianto è meglio farlo sparire e non diffonderlo sul territorio”. Giuliana Busto, presidente dell’Associazione familiari vittime dell’amianto di Casale, è una delle testimoni della tragedia che ha colpito e che continua a colpire la città del Monferrato e per questo, forte della sua tragica esperienza, ha messo in guardia dai pericoli che i lavori del Terzo valico possono causare alla popolazione di buona parte della provincia, proprio a causa della diffusione delle polveri contenenti la fibra killer, contenute nelle rocce dell’Appennino. Proprio ieri da Castagnola sono arrivate altre segnalazioni di nuvole di polvere in uscita dalla galleria dove è stato scoperto amianto sul fronte di scavo: seppure, ufficialmente, i livelli sono nella norma, la popolazione non è tranquilla.
“A Casale – ha raccontato Giuliana Busto ieri sera a Novi Ligure, nell’assemblea organizzata dai comitato No Terzo valico al Dlf – si è ammalata ed è morta gente che non ha avuto nulla a che fare con la fabbrica dell’Eternit. Con la mia famiglia abitavamo in un quartiere residenziale, molto distante, eppure, mio fratello, nonostante non avesse mai lavorato nello stabilimento e fosse uno sportivo, se n’è andato a soli 33 anni, in appena cinque mesi. Sono morte le mogli e i genitori degli operai Eternit, i titolari dei negozi dove i dipendenti della Eternit andavano a comprare. I camion caricavano nella fabbrica e poi passavano in città senza alcuna copertura. Tutto questo oggi continua. Abbiamo capito che il problema non era stato solo in fabbrica ma nel fatto che l’amianto fosse stato diffuso sul territorio”.
Se ce ne fosse stato bisogno, a suffragare scientificamente la testimonianza di Giuliana Busto, è intervenuto anche l’epidemiologo di Genova Valerio Gennaro, direttore del Registro mesoteliomi della Liguria: “Ci dicono che sull’amianto del Terzo valico si svolgono controlli continui ma servono verifiche da parte di laboratori indipendenti. Come un tempo, l’amianto viene sottovalutato anche oggi. La vera grande opera è la tutela della salute, non l’alta velocità o la Gronda, e si deve fare attenzione non solo all’amianto ma anche a tutti gli altri inquinanti cancerogeni e non, come il benzene (scoperto nella galleria del Valico a Voltaggio, ndr)”.
“Ad Arquata Scrivia – ha raccontato Luca dell’associazione casalese Voci della Memoria – nel 2012, dopo un nostro intervento sul tema di stasera, ci hanno accusato di fare terrorismo. Tutti sanno che può bastare anche solo una fibra respirata per causare la morte per amianto”.
Cinque anni fa il Cociv negava la presenza di amianto lungo il tracciato del Valico, altri minimizzavano, poi è arrivata la frase dell’ex dirigente del Cociv Ettore Pagani (“C’è l’amianto nel Terzo valico? Tanto la malattia arriva fra trent’anni”). Il geologo Davide Fossati ha raccontato le tante contraddizioni sull’amianto legate all’alta capacità: “Nel 2013 l’Osservatorio nazionale amianto aveva raccomandato di non realizzare il Terzo valico data la sicura presenza di amianto, invece Alberto Mallarino, rappresentare dei sindaci in Regione per la Grande opera, all’epoca ha sostenuto che la linea evita le zone ricche di amianto, ma poi il Protocollo amianto ha stabilito che ci sono dal 30 al 50% di possibilità di trovare la fibra nelle rocce da scavare. Di recente, l’Osservatorio ambientale del ministero dell’Ambiente ha reso noti i siti e i cantieri del Terzo valico dove è stato trovato l’amianto”.
Qualcuno deve avere avuto quanto meno le idee confuse, mentre altri, come ha ricordato ancora Fossati, hanno ostacolato l’approvazione della legge che imponeva una presenza di soli 100 mg/ kg di amianto nelle rocce contro i mille attuali, proposta dal governo per tutelare la salute della popolazione: “Il commissario del Terzo valico Iolanda Romano ha parlato di rischio di troppi contenziosi in caso di ok alla legge”.
Sulla graticola anche i politici che difendono il Terzo valico. “L’onorevole Cristina Bargero (Pd) – ha detto Maurizio Fava, del comitato no Tav di Novi – in un Consiglio comunale qui a Novi è riuscita dire che l’amianto di Casale è diverso da quello del Terzo valico e che questo non fa male”. L’assemblea, in apertura, ha ricordato Walter Delfini, storico esponente del comitato novese, scomparso il mese scorso.