Il Comune di Gavi cerca fondi per sistemare il Portino, l’ultima delle quattro porte cittadine rimasta in piedi e soprattutto intatta nei secoli: le altre furono abbattute all’inizio del ‘900. L’edificio risale infatti al XIII secolo ed è fra più importanti monumenti del paese. L’amministrazione comunale, come ha spiegato in Consiglio il vicesindaco Nicoletta Albano, intende intervenire sul tetto, sui serramenti e nei locali interni. Prevista una spesa di 52 mila euro. “Abbiamo presentato – ha spiegato Albano – una domanda di contributo al Gal (gruppo di azione locale) Giarolo, di cui facciamo parte. L’intervento dovrà attenersi alle regole dei manuali per il recupero del patrimonio architettonico e paesaggistico indicate dalla Regione, cioè utilizzando materiali e colori indicati, che varranno per tutto il centro storico”.

Il punto all’ordine del giorno della seduta consiliare prevedeva infatti il recepimento nel regolamento edilizio comunale del piano colore, come proposto dalla Regione. Tutti gli altri Comuni stanno infatti approvando questo punto e nella quasi totalità tutti hanno fatto redigere un piano specifico per i propri centri storici, al contrario di Gavi, come ha sottolineato Mario Compareti, capogruppo di minoranza: “Va bene che Gavi abbia finalmente un piano colore, atteso da sempre, visto che da questo punto di vista siamo all’ultima spiaggia. Il problema è che il documento che andiamo a votare non riguarda Gavi nello specifico: le foto sono di altri paesi, come Arquata Scrivia”. Albano ha replicato: “Sono regole generali del piano colore che noi facciamo proprie e la Soprintendenza ha approvato l’intervento sul Portino”. “Gavi ha una sua dignità – ha ribattuto Compareti – e deve avere un suo piano colore, non mettersi una giaccia non adatta”. Per questo motivo la minoranza si è astenuta.