Assicuro che a Novi come a Tortona non è stato conferito alcun materiale sospetto, nessuna ecoballa”. Sono le parole del presidente di Srt, Alberto Mallarino, pronunciate giovedì scorso durante la seduta della commissione Ambiente del Comune di Novi Ligure, nel municipio novese, convocata su richiesta del sindaco Rocchino Muliere per avere chiarimenti sul comportamento della società pubblica, gestore delle due discariche consortili, che vede i dirigenti Andrea Firpo e Claudio Cattaneo indagati nell’ambito dello scandalo rifiuti esploso di recente.

Ecoballe in Campania

Tutto è nato dalla scoperta da parte della procura di Brescia e dei carabinieri del Noe di un traffico illecito di ecoballe di spazzatura dal Sud Italia verso gli impianti di smaltimento del Nord. Fra questi, le due discariche di Novi Ligure e Tortona e la discarica dell’Aral di Castelceriolo (Alessandria). Nell’ordinanza del gip di Brescia che ha portato ad arrestare e indagare diversi personaggi per omessi controlli, reati ambientali e persino presunte tangenti, si dice esattamente il contrario di quanto ha sostenuto Mallarino. Srt e Aral sono legate da un accordo stipulato nel 2013: la prima conferisce 60 mila tonnellate annue di rifiuto indifferenziato da trattare per ricevere 90 mila tonnellate annue di Fos (frazione organica stabilizzata, cioè compost), da smaltire a Novi o Tortona. Tali accordi, scrive il gip di Brescia, “venivano utilizzati quale paravento per mascherare operazioni illecite nella gestione dell’intera filiera dei materiali (frazione umida del trattamento dei rifiuti urbani) provenienti dal Lazio e dalla Campania”.

La seduta della commissione Ambiente a Novi Ligure
La seduta della commissione Ambiente a Novi Ligure

Secondo gli investigatori e anche per il gip, nelle due discariche sono finiti rifiuti non stabilizzati, cioè non “maturati” per diventare compost, come previsto dall’accordo e dalle autorizzazioni ottenute, con codici di riferimento falsificati. In sostanza, non era il Fos, cioè il compost previsto dalla convenzione del 2013, ma erano rifiuti urbani non compostati, cioè il contenuto delle ecoballe provenienti dal Meridione, sempre secondo la tesi accusatoria. Tali rifiuti, arrivati a Castelceriolo da Giugliano, Tufino e Salerno, in Campania, e da Roma, non venivano assolutamente trattati come previsto, secondo quanto emerge dalle riprese effettuate dai carabinieri del Noe, e quindi gestiti in maniera illecita. Centinaia di tonnellate veniva smistate in vari siti, tra cui appunto le discariche di Novi e Tortona, come risulta dalle intercettazioni fatte dai carabinieri delle telefonate tra Giuseppe Esposito e Paolo Bonacina, rispettivamente capo impianto di Castelceriolo e imprenditore lombardo considerato una delle menti del sistema di smaltimento illecito dei rifiuti, entrambi ai domiciliari. L’ordinanza documenta una serie di viaggi di camion carichi di rifiuti provenienti dalla ecoballe da Castelceriolo, dove veniva inserito il falso codice riferito al compost, a Novi e Tortona, tutti avvenuti nell’estate del 2015. Guarda caso, dopo la stipula dell’accordo tra Aral e srt, si sono cominciate a sentire le puzze provenienti dalle due discariche, come ammesso da Mallarino stesso.