Scriviamo la presente in quanto negli ultimi giorni abbiamo ricevuto notizie in merito ad un aumento dei passeggeri sulle tratte regionali in seguito alla ripresa delle attività lavorative e scolastiche in presenza. In antitesi registriamo che il servizio viene mantenuto all’80%, in certi casi anche al 60%, di quello pre covid con conseguenti situazioni di affollamento. Siamo a conoscenza del contenzioso tra la Regione Piemonte e Trenitalia ma evidenziamo che questa situazione non sia più sostenibile e riteniamo che una risoluzione vada trovata per risolvere questo annoso contesto che si protrae ormai da troppo tempo e per restituire un servizio fondamentale ai cittadini, che sono gli unici che ne subiscono le conseguenze. Ci chiediamo inoltre come sia possibile che la nostra Regione sia ormai l’unica su tutto il territorio nazionale a patire questa condizione e, come sopraccennato, pur capendo le difficoltà esistenti, a questo punto ci pare evidente che non vi sia la volontà di trovare una soluzione in un contesto di manifesta contrarietà ideologica al trasporto ferroviario. Non è più accettabile ascoltare il solito piagnisteo in merito a fondi che non ci sono quando è ormai noto da tempo che nei vari piani nazionali di sostegno alle amministrazioni regionali si sono stanziate risorse, le ultime di pochi giorni fa pari a 450 milioni di Euro aggiuntivi a quelli già previsti, dedicate all’implementazione del servizio, per evitare gli assembramenti e per il ristoro dei mancati introiti.

È con stupore poi che nei giorni scorsi abbiamo letto la dichiarazione dell’Assessore Gabusi in merito ai fondi del Recovery Plan: “Se avessimo saputo prima che c’è spazio solo per le ferrovie, avremmo orientato diversamente il nostro lavoro di consultazione dei territori”. Assessore, non vogliamo neanche pensare che lei non abbia letto le linee guida dell’Europa che dettano i temi da inserire nei piani nazionali di ripresa e resilienza in quanto era noto fin dalle prime indiscrezioni che l’orientamento andava verso la transizione ecologica, privilegiando il trasporto pubblico e i progetti ad esso collegati rispetto a quello privato. Chiediamo quindi un radicale cambiamento nella gestione dei trasporti che fino ad ora si è rivelata insufficiente e permeata da una vena demagogica difficile da comprendere. Non si sprechino più energie e fondi per progetti inutili ma si concentrino le iniziative al miglioramento del servizio attuale, riportandolo a livello pre covid, e per progettare il futuro che deve essere necessariamente diverso dal passato, più sostenibile per la salute e lo stile di vita delle persone oltreché rispettoso dell’ambiente. Come sempre, attendendo di essere ascoltati, ribadiamo la nostra disponibilità al confronto e alla collaborazione con progetti non visionari ma concreti, a beneficio di tutti.