Sul passaggio dei treni merci del Terzo valico in città a Novi Ligure, approvato il 22 dicembre scorso dal governo nell’ultima riunione del Cipe con l’ok alla cancellazione del cosiddetto Shunt, è polemica, in particolare sulla mancata indizione del referendum richiesto dal comitato Contiamoci. Il gruppo di cittadini, con il portavoce Oscar Poletto e il consigliere di minoranza Maria Rosa Porta, prende atto della decisione del governo a guida Pd, definita “scellerata” per la città, e ironicamente, “ringrazia le istituzioni, nelle loro massime espressioni, per essersi “prodigate” nel negare ai cittadini la possibilità di esprimersi, attraverso un referendum, in merito al passaggio dei treni veloci in città. Tale decisione infatti, sarà causa dell’inevitabile inquinamento da polveri sottili e da rumore, da vibrazioni sulle strutture degli edifici, della distruzione dei sottoservizi e il loro rifacimento (linee elettriche, acquedotti, linee gas metano, ecc…) dall’inserimento sui confini delle inaccettabili barriere antirumore”. Con il termine “massime istituzioni” il comitato si riferisce probabilmente alla prefettura, che non mai nominato il suo rappresentante nella commissione che doveva giudicare il quesito referendario, impedendo di fatto la consultazione. Sulla vicenda interviene anche Fabrizio Gallo, consigliere dei 5 stelle: “Al di là del fatto che il Terzo valico è una follia a prescindere dalla cancellazione dello Shunt, il comportamento del prefetto che, in due anni, non ha mai nominato il suo rappresentante nella commissione, dopo aver ritardato di quasi un anno l’interdittiva nei confronti della Lande (impresa sub appaltatrice del Cociv, nei guai per presunti legami con la criminalità organizzata, ndr), la dice lunga sulla sua inadeguatezza”.

Il Consiglio comunale di Novi Ligure
Il Consiglio comunale di Novi Ligure

La cancellazione dello Shunt, richiesta dalla maggioranza consiliare di centrosinistra che governa Novi, secondo il comitato Contiamoci avrà conseguenze negative sulla città anche per “l’enorme complesso delle opere, con due raccordi ferroviari in galleria (interconnessioni) tra la linea di Valico Genova – Milano corrente a 29 metri di profondità e la linea storica che attraverserà la città, da nuove sottostazioni elettriche, dagli edifici per i necessari servizi tecnici, da nuove viabilità, da stazione di pompaggio acque di scarico e meteoriche, da demolizioni di almeno tre edifici esistente, da sicure future esondazioni del Rio Gazzo condotto fognario della città, dalle aree di sosta parcheggio, dalla distruzione della esistente area industriale I 2, nonché numerose altre. Di fatto, in futuro, sarà necessario l’interruzione della linea storica Genova – Alessandria – Torino come sta avvenendo per il raddoppio della linea Pozzolo – Tortona con lo stop previsto per cinque anni come da decisione di Rfi. Tale situazione, quindi, a nostro avviso, non potrà che portare ad analogo stop della linea storica passante in città causando non solo gravi disagi ai lavoratori pendolari, ma soprattutto per il conseguente fermo dell’attività dello stabilimento Ilva”. Il sindaco Rocchino Muliere replica: “Su questi ultimi punti non c’è nulla di vero. I treni, durante i lavori, passeranno lo stesso sulla linea storica. Anzi, Rfi ha chiesto di non aumentare il transito di convogli con merci pericolose e in futuro, terminati i lavori, i treni passeranno alla stessa velocità di quelli attuali. Comunque, prima di esprimerci, è bene attendere la delibera del Cipe e valutare quali prescrizioni siano state stabilite. Sul referendum il Comune ha fatto quello che doveva fare, senza negare nulla a nessuno, nominando il suo membro nella commissione. Il prefetto non ha fatto altrettanto perché ha voluto attendere l’esito dell’iter a Roma, arrivato a dicembre. Voglio però precisare che la discussione sullo Shunt risale al 2005: nei programmi elettorali del 2014, per esempio, solo noi abbiamo inserito la questione, gli altri no”.