Nonostante l’opposizione del Comune di Pozzolo Formigaro, la vicinanza alle case e le proteste degli abitanti, cava Bettole, situata nel territorio pozzolese ma a ridosso di Bettole di Tortona, frazione tortonese, da mesi è utilizzata dal Cociv per depositare la terra dei cantieri del Terzo valico e, in futuro, anche lo smarino a rischio amianto scavato nella galleria di valico partita da Radimero di Arquata. Eppure, l’ex cava era indicata come “sito di riserva”, da utilizzare cioè solo in seconda battuta per via di una serie di criticità, nel caso in cui gli altri siti previsti dal Piano Cave non siano disponibili per varie ragioni. Come si è arrivati a questo punto? Il consigliere regionale Paolo Mighetti (M5s) aveva presentato un’interrogazione poiché l’iter per il sito pozzolese era tutt’altro che chiaro. La risposta arrivata dalla Regione non fa molta chiarezza, se non, come dice l’esponente dei 5 Stelle, su un fatto: “I siti di riserva possono diventare definitivi a piacimento, in barba alle pianificazioni, e facendo la barba a quei sindaci che vengono rassicurati nelle varie estenuanti conferenze dei servizi dalla ormai inutile definizione di “sito di riserva””.

L’ingresso di Cava Bettole a Bettole di Tortona

Mighetti, carte alla mano, per Bettole aveva chiesto se l’ex cava fosse un sito di riserva o un sito di deposito definitivo e se dovesse ricevere terre e rocce da scavo dai cantieri per i lotti 1 -2 o 3-4-5. Dalla risposta della Regione è emerso che, nel 2013, in occasione del primo aggiornamento del Piano cave riferito ai lotti 1 e 2 e alle indicazioni per i lotti 3-4-5 del Terzo valico, Bettole era indicato come sito di deposito definitivo nei lotti 3-4-5. Due anni dopo si cambia: con il secondo aggiornamento del Piano riferito ai soli lotti 1 e 2, Bettole diventa sito di riserva per i suddetti lotti. Tutto risolto? Macchè: nel 2016 il Cociv pensa bene di chiedere alla Regione di subentrare alla ditta Scai di Novi Ligure, che sta coltivando la cava da anni e deve poi farla tornare a destinazione agricola a sue spese. Nel marzo del 2017 arriva l’ok da Torino: il nuovo titolare del sito è il Cociv, che si dovrà occupare del cosiddetto “recupero ambientale” riempiendo l’enorme buco con terra e smarino, rendendo felici soprattutto i titolari della Scai e un po’ meno gli abitanti Bettole, che devono fare i conti con altre due cave legate al Terzo valico.

Paolo Mighetti, consigliere regionale M5s
Paolo Mighetti, consigliere regionale M5s

“Nell’autorizzazione al sub ingresso nel progetto di recupero ambientale di cava Bettole la Regione – spiega Mighetti – autorizza come sito di deposito definitivo non esplicitando mai da che lotti provenga il materiale, ma richiama semplicemente i provvedimenti approvati nel 2013 e 2015. Fa la stessa cosa anche negli elementi di risposta all’interrogazione e in più afferma che “allo stato dell’arte non vengono utilizzati siti di riserva per il collocamento dello smarino dei lotti 1 e 2”. Nel 2017 però Cociv, nella Relazione Generale del Piano Cave, indica Bettole come sito di deposito definitivo tra quelli già approvati nell’ambito dei lotti 1 e 2. Quindi in questo labirinto poco chiaro di aggiornamenti di Piano e autorizzazioni Bettole o è un sito di deposito definitivo per i lotti 3-4-5 come indicato nel primo aggiornamento del 2013, ma cozzerebbe con la versione di Cociv presentata nel 2017 (che poi la Regione ha approvato); o è un sito di riserva dei lotti 1-2 come indicato del secondo aggiornamento 2015, ma cozzerebbe con i dispositivi delle autorizzazioni al sub-ingresso; o, infine, è un sito di deposito definitivo dei lotti 1 e 2, ma non si basa su nessuna pianificazione precedente. Nessuna ipotesi sembra stare in piedi sennonché, con l’ultima delibera di approvazione del Piano Cave (2017), la Regione accetta l’ultima versione presentata da Cociv: Bettole è un sito di deposito definitivo tra quelli già approvati nell’ambito dei lotti 1 e 2. Non si sa quando, non si sa come, e neanche il perché, Bettole ha cambiato la sua natura”.