Riferendomi all’articolo dal titolo “Turismo: Gavi minaccia di lasciare Alexala e Città del vino” del 28 luglio scorso, io che non sono un esperto di turismo per cui mi sono domandato: “che cos’è mai l’Alexala?”. Ho saputo che si tratta di un’agenzia di promozione turistica che opera nella provincia di Alessandria. Non saprei dire se serve oppure no, di sicuro non ci si può aspettare molto da un investimento di simile portata. Che dire poi della “Città del Vino”, un’associazione con sede a Siena, forse anche questa può servire oppure no, in ogni caso si tratterebbe di un altro modesto investimento dal quale, anche qui, non ci si possa aspettare di più di tanto. Qualunque potrà essere la decisione, rinnovare o meno queste quote associative, le conseguenze saranno di fatto ininfluenti, sia per lo sviluppo del territorio e sia (in definitiva) anche per le casse comunali. Il tema è un altro, infatti, più che un risparmio sulle piccole spese, servirebbe un grande investimento di tipo culturale e politico, l’unico che potrebbe rilanciare l’economia e lo sviluppo del territorio Gavi e del suo Forte.

Una vista del Forte di Gavi
Una vista del Forte di Gavi

Come già detto più volte, come si può pensare di creare sinergie di sviluppo quando la gestione del Forte (la maggiore attrattiva del territorio) è di fatto una variabile indipendente rispetto alle complessive esigenze del territorio di Gavi? Quali programmi di sviluppo sono possibili sotto due distinte e indipendenti regie, culturalmente diverse e con radicali e differenti visioni programmatiche: una strettamente legata alle esigenze del territorio (il Comune, ndr), l’altra, invece, sottoposta (in tutti i sensi) a normative burocratiche di tipo ministeriale (il Polo museale, ndr).

Armando Di Raimondo (a destra) con Roberto Dellacasa dei Cavalieri del raviolo

Ciò che conta, infatti, sono solo i risultati ottenuti che si potrebbero ottenere sotto un’unica regia, dove all’interno di questa far confluire, in maniera sinergica, tutte le risorse esistenti nel territorio: dal Consorzio del Gavi alle Pro-loco, dagli Esercenti agli Amici del Forte di Gavi, tutti coordinati e ottimizzati da un unico ente: il Comune di Gavi. Il dream che Gavi dovrebbe avere è proprio questo, lavorare politicamente per vedere il territorio nuovamente unito, nella pienezza della sua dimensione storica, politica e geografica, compresa anche l’antica Fortezza Genovese. Non so se anche così riusciremo a riavere i “nostri cannoni”, ma di sicuro ci sarebbe una maggiore forza, e anche convinzione, nel realizzare programmi di sviluppo per questo territorio.

Armando Di Raimondo