Illegittima la maxi bolletta Tim, il ristoratore non deve pagare

Vittoria su tutti i fronti, la compagnia telefonica condannata a rimborsare anche spese

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Bruno Spazzarini e la bolletta da 18 mila euro

Si è conclusa la vicenda della maxi bolletta che la Tim, nell’ottobre dell’anno scorso ha inviato al il noto ristoratore, titolare di un agriturismo a Molo Borbera, Bruno Spazzarini.

La bolletta astronomica, ammontava a 18 mila 323 euro e 2 centesimi  che, secondo la Tim, Spazzarini avrebbe dovuto pagare per  aver scaricato da internet , mentre si trovava all’estero , precisamente in Albania, una canzone, che ha richiesto pochissimi minuti di “traffico dati”, pari a 798 megabyte. Un tempo apparentemente irrisorio, per arrivare a richiedere circa 15 mila di traffico dati e circa 3 mila di Iva.

Spazzarini ha iniziato una lunga trafila; inutile spiegare ai ragazzi del call center, che il suo contratto prevedeva 5 giga di internet in Europa con traffico telefonico, messaggi illimitati e internet base senza confini. E proprio qui sta il punto, perché secondo la Tim l’Albania non è in Europa, confondendo l’adesione alla Comunità Europea, con la collocazione geografica.

Spazzarini si era anche detto disposto a pagare una somma equa, ma la Tim ha rifiutato. Non si è arreso e si è rivolto alla Globoconsumatori Onlus; immediatamente istituita la pratica, ora la definizione del caso presso A.G.Com: “La Tim ha addebitato illegittimamente la fattura, al ristoratore viene stornata totalmente e, non solo ha anche diritto a un rimborso spese procedurali per il disagio subito”.