Bosio non si arrende all’esito negativo del ricorso per ottenere gli arretrati di Ici e Imu sulle dighe del Gorzente. La sentenza della commissione tributaria regionale, dopo quella di primo grado ad Alessandria, ha dato ragione alla Mediterranea delle Acque, gestore dei bacini artificiali che alimentano l’acquedotto di Genova e con i quali la società del gruppo Iren produce energia elettrica da rivendere: sulle dighe e sui manufatti non c’è l’Imu da pagare essendo esenti poiché non sono paragonabili a un’industria, per la quale è prevista la categoria catastale D, la stessa stabilita dall’Agenzia del Territorio e sulla quale si erano basati, nel 2012, gli avvisi di accertamento del Comune. Altrove le sentenze sono state di tutt’altro tenore, favorevoli cioè agli enti locali. In ballo, più di 1,1 milioni di euro, che per Bosio si allontanano.

L’assemblea di venerdì sera a Bosio dedicata all’Imu sulle dighe del Gorzente

La commissione sostiene che la tassa non sia da pagare poiché la produzione di energia elettrica, attività industriale che fa ottenere ricavi alla società, è secondaria rispetto al servizio pubblico della fornitura di acqua potabile a Genova. Una battaglia, quella per il pagamento dell’Imu, sostenuta in particolare dal comitato Rispetto Bosio, che sta informando la popolazione sulla vicenda ed esortando l’amministrazione comunale. Venerdì sera, nel salone parrocchiale, è stato fatto il punto della situazione. “La sentenza della commissione tributaria regionale – ha detto il sindaco Stefano Persano – ci è avversa ma ritengo che la nostra posizione sull’Imu sia giusta. Proviamo ugualmente a portare qualcosa a Bosio da queste dighe confrontandoci con Mediterranea delle Acque. Noi siamo piccoli ma decisi”. L’avvocato Andrea Clerici ha rappresentato il Comune nel ricorso accanto all’Agenzia del territorio: “La sentenza è complicata è soprattutto mal scritta, con una notevole serie di errori. Noi abbiamo fatto rilevare come Mediterranea delle Acque nel ricorso non avesse eccepito nulla sulle sanzioni ma la sentenza arriva a dire il contrario, cioè che l’ente avrebbe rinunciato a tali sanzioni. Oltretutto, la prevalenza dell’uso idropotabile sull’idroelettrico non c’entra nulla con l’accatastamento degli immobili”.

In sostanza, ci sono le basi per un ulteriore ricorso in Cassazione ma il Comune è vincolato a quanto decidere in tal senso l’Agenzia del territorio. Questo perché, è stato fatto notare dal pubblico durante l’assemblea (tesi confermata dall’avvocato), l’amministrazione comunale non si era costituita in primo grado ad Alessandria con la Mediterranea delle Acque per difendere i suoi avvisi di accertamento sull’Imu. Il Comune all’epoca era guidato da Marco Ratti. Intanto, l’amministrazione Persano e Rispetto Bosio si stanno muovendo per far sì che dalle dighe possano arrivare comunque dei fondi al Comune, come succede nel resto d’Italia in presenza di grandi invasi.