La Provincia ha approvato il piano di controllo del cinghiale valido dal 2019 al 2023 con l’obiettivo di “ridurre di almeno un 10% annuo gli attacchi denunciati e l’entità dei danni accertati”. Secondo l’amministrazione provinciale, infatti, “la massiccia presenza di ungulati sul territorio provinciale ha determinato nel corso dell’ultimo decennio un progressivo aumento del numero di danni alle colture agricole oltre che di sinistri stradali causati da tali specie. Con il presente piano si intende dare continuità alle operazioni di controllo della popolazione di cinghiale per consolidare i risultatati ottenuti e per ottenere il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema del territorio provinciale attraverso il loro contenimento. Tra le emergenze faunistiche il cinghiale riveste un ruolo peculiare in quanto desta gravi problematiche gestionali per l’impatto negativo esercitato nei confronti dell’economia territoriale, con particolare riferimento sia al comparto agricolo che agli incidenti stradali”. Tra il 2014-2018 sul territorio alessandrino sono stati abbattuti 17.474 cinghiali tra l’attività prevista nel vecchio piano di controllo e la caccia tradizionale, con un picco di 3.927 capi nel 2016.

Danni ai vigneti causati dagli ungulati

“I danni che il cinghiale – è scritto nel piano – provoca alle coltivazioni agricole dipendono sia dal diretto consumo delle produzioni che dal danneggiameto che consegue agli scavi effettuati, principalmente nei prati. Fra i danni attribuibili al cinghiale le tipologie più ricorrenti sono: danni alle colture pratensi a seguito di sgrufolamento; danni alla semina del mais; danni al mais nel periodo di maturazione; danni a vigneti e frutteti nel periodo di maturazione dei frutti; danni ai campi per calpestamento della coltura”. Dal 2013 al 2017 sono stati pagati danni per oltre 700 mila euro nelle zone di ripopolamento e cattura, nelle oasi di protezione e nei parchi. Per il 2018, le stime parlano di 147 domande per un importo stimato di 191 mila euro di cui 112 domande riferite al cinghiale, con una somma stimata in 145 mila euro. Poi ci sono gli incidenti stradali: si è passata dai 22 del 2000 ai 96 del 2018. Per arginare questa situazione la Provincia ha previsto l’uso di gabbie o recinti con abbattimento dell’animale, l’abbattimento da appostamento a terra o sopraelevato o con l’uso di automezzi. Infine, con la girata con un numero limitato di cacciatori. Il piano raccomanda di “prestare particolare attenzione al prelievo di animali giovani appartenenti alla classe 0 (rossi e striati) limitando, quando possibile, il prelievo di animali adulti per evitare la dispersione del branco”.