Parte la raccolta delle mele in Italia con un calo del 4% rispetto allo scorso anno a causa di maltempo e gelate primaverili che hanno ritardato di almeno una settimana la maturazione e fatto scendere la produzione a poco più di 2 miliardi di chili nel 2021 per quello che è il frutto più consumato a livello nazionale. A pesare è stato il clima impazzito con il moltiplicarsi di eventi estremi ha condizionato fioriture e produzioni con cali fino al 23% rispetto al 2020.
Si tratta per lo più di varietà antiche coltivate in Monferrato esempi importanti di tutela della biodiversità come il Pom Marcon, Renetta ruggine, Ciucarina bianca, Carlo bianco, Limonina, Ciucarin-a Rusa, Carlo Rosso, Grigio Piemonte, Calvin, Gambafina, Piatlin o Ruscai.
“Salvaguardare le varietà antiche, e non mi riferisco ovviamente solo alle mele, è fondamentale per non impoverire la scelta a tavola con la rinuncia a determinati sapori e prodotti, per impedire che sparisca un patrimonio importante di biodiversità e quindi parte dell’identità ambientale e culturale del nostro territorio, una vera e propria tradizione che si tramanda di generazione in generazione”, afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
L’Italia si classifica al secondo posto tra i paesi produttori dell’Unione Europea dove la raccolta totale è stimata in 11,7 milioni di tonnellate con in testa la Polonia che registra un aumento della produzione del 22% per un totale di 4,17 milioni di tonnellate mentre al terzo posto si piazza la Francia con poco meno di 1,4 milioni di tonnellate (+3%).
“Sulla raccolta, e non solo delle mele, si scaricano anche le conseguenze della pandemia da Covid e la burocrazia. Infatti, – aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – la mancata proroga dei permessi di soggiorno ai lavoratori stagionali extracomunitari già presenti in Italia mette a rischio tutta la raccolta delle produzioni e la vendemmia. Da qui la necessità di prorogare i permessi di soggiorno scaduti lo scorso 31 luglio almeno fino al 31 dicembre 2021, onde evitare che molti lavoratori siano costretti a tornare nel loro Paese. Per rassicurare il sistema produttivo è importante anticipare la pubblicazione del decreto flussi per il 2021. Ma occorre pure una radicale semplificazione del lavoro in agricoltura”.
L’Italia è anche il primo produttore di mele bio in Europa con oltre 2 milioni di chili in crescita del 7% nel 2021. La più diffusa è la Golden Delicious con il suo colore giallo e la polpa croccante per una produzione nazionale di oltre 729 milioni di chili, seguita dalla Gala con le tipiche sfumature rosse per più di 378 milioni di chili previsti nel 2021, dalla Red Delicious con il rosso deciso e uniforme e circa 194 milioni di chili quest’anno, ma molto popolari sono anche le verdi e acidule Granny con oltre 115 milioni di chili e le Fuji, con oltre 152 milioni di chili, che sono fra le ultime a essere raccolte a fine stagione in ottobre.
“Per chi non ha la possibilità di acquistare le mele direttamente dal produttore in azienda o nei mercati di Campagna Amica, attenzione alle etichette che – concludono Bianco e Rampazzo – devono obbligatoriamente riportare per legge l’origine, ossia il luogo di coltivazione, e la varietà delle mele”.