La guerra raccontata da Nuto Revelli, tra storia e memoria.

Venerdì 24 marzo in Biblioteca a Novi Ligure.

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Nella sala conferenze della Biblioteca Civica (via Marconi, 66), venerdì 24 marzo, alle 21, sarà presentata una video intervista a Nuto Revelli risalente all’aprile del 2001. L’appuntamento è frutto di una iniziativa congiunta realizzata dalla Biblioteca insieme ad Anpi (sezione di Novi Ligure), Isral e Associazione Memoria della Benedicta.

Nuto Revelli (1919-2004), memorialista e scrittore, è stato un testimone importante del Novecento. Tra i suoi lavori si ricordano: “La guerra dei poveri”, “La strada del davai”, “Mai tardi. Diario di un alpino in Russia”, “L’ultimo fronte. Lettere di soldati caduti o dispersi nella seconda guerra mondiale”, “Il mondo dei vinti. Testimonianze di vita contadina”, L’anello forte”, “Il disperso di Marburg”.

Fu giovane ufficiale degli Alpini durante la campagna di Russia, dove toccò con mano l’esperienza della guerra in tutta la sua crudele sofferenza e la criminale negligenza fascista nell’equipaggiamento delle truppe. Dopo l’8 settembre, diventò uno dei primi organizzatori del movimento partigiano nel cuneese.

Il suo approdo alla scrittura, così come avvenne per Primo Levi e Mario Rigoni Stern, deriva dal dovere civile e morale di testimoniare, di dare voce ai dimenticati di sempre: ai caduti e ai dispersi della guerra, ai reduci, ai contadini delle campagne più povere. Questa intervista, una delle ultime da lui rilasciate, ha al proprio centro l’esperienza bellica vista come un vero e proprio spartiacque esistenziale tra un “prima”, fatto di una sostanziale acquiescenza alla retorica del regime, e un “dopo”, connotato dall’irruzione della coscienza critica.  Con parole semplici, chiare ed efficaci come sono sempre state le sue, qui Nuto sottolinea l’importanza della scelta, sia quella personale, frutto di una maturazione individuale, sia quella generazionale che riguardò buona parte della cosiddetta “generazione del Littorio”, formata dai nati subito prima o immediatamente dopo il 1920, che avevano vent’anni quando il fascismo portò l’Italia nella catastrofe della guerra.

Per informazioni: Biblioteca Civica tel. 014376246