La Riccoboni ha altri due anni a disposizione per ottenere l’ok al progetto della tangenziale di Sezzadio e per realizzare la discarica di rifiuti a Cascina Borio, sopra la falda acquifera. Lo ha deciso la Provincia, che ha infatti prorogato fino al 17 febbraio 2023 il decreto che nel 2016, con la firma dell’allora presidente Rita Rossa, autorizzava la discarica, atto imposto dal Tar. I giudici avevano infatti accolto il ricorso della Riccoboni contro il diniego alla discarica deciso dalla Provincia nel 2014. Una sentenza alla quale l’amministrazione provinciale non ha mai presentato appello, al contrario del Comune di Sezzadio, che attende da anni il pronunciamento del Consiglio di Stato. Ad allungare i tempi per la Riccoboni è la vicenda della tangenziale, opera richiesta dalla Provincia come prescrizione obbligatoria ma stoppata dal parere negativo della Commissione paesaggistica locale, datato 2016, rimasto curiosamente fuori dalla conferenza dei servizi e mai impugnato dalla Riccoboni, quindi valido a tutti gli effetti.

IL blocco degli espropri della tangenziale di Sezzadio nel 2017

La Provincia, nel decreto firmato dal presidente, Gianfranco Baldi, scrive: “Rilevata, pertanto, la necessità, nelle more della conclusione del procedimento di V.I.A. relativo al progetto definitivo per la realizzazione di viabilità extraurbana all’abitato di Sezzadio, di prorogare la validità del suddetto Decreto del Presidente della Provincia n. 24/6132 del 17.02.2016, con particolare riferimento alla dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori…per ulteriori due anni e, quindi, fino al 17.02.2023”. Il presidente Baldi spiega: “La proroga era dovuta per legge, non potevamo non concederla. La Riccoboni aveva diritto al massimo a due anni in più e questi sono stati concessi. Come Provincia procederemo intanto con un nuovo piano degli espropri per la tangenziale, che va fatto comunque”. Sull’iter della nuova strada, alla domanda su come intenda superare il parere negativo della Commissione paesaggistica, la Riccoboni preferisce non rispondere.