Rocchetta Ligure e la Val Borbera

E’ fatta! La Regione ha definitivamente detto sì, e ora i tanto sofferti fondi Fas, circa 700mila euro, affidati in un primo tempo  alla Comunità montana per un progetto di energie alternative e che in seconda battuta, l’ex commissario liquidatore dell’Ente aveva affidato a Città del Bio per la realizzazione di un biodistretto, ora sono nelle mani dell’Unione Terre Alte, che ne può disporre in concerto con i trenta Comuni compresi nelle Terre del Giarolo.  Carlo Buscaglia, sindaco di Dernice è stato il negoziatore dell’intera trattativa e ora, dipanata l’intricata questione, chiude il cerchio.

L’avete spuntata….  

Carlo Buscaglia, sindaco di Dernice

“E’ stata una strada tutta in salita, ma alla fine, grazie alla collaborazione di tutti e, per tutti intendo sindaci e produttori,  lunedì 19 marzo, siamo riusciti a presentare  all’assessorato regionale preposto,  non solo progetti compatibili con i finanziamenti regionali, ma  tutta la documentazione necessaria al subentro.

Abbiamo presentato la convenzione firmata dalle tre Unioni che hanno deliberato la presa d’atto, con cui la dottoressa Raffaella  Musso, commissario liquidatore della comunità montana, ha delegato le Unione alla gestione dei fondi del piano territoriale integrato e inoltre, nella stessa delibera c’è l’approvazione che Terre Alte accetta di essere capofila del progetto. Infine abbiamo presentato il documento secondo cui Citta del Bio rinuncia alla gestione dei soldi e a proseguire nel loro progetto.

Quest’ultimo passaggio non deve essere stato facile…

Panorama di Montebore – Val Curone

Per niente, ma sia la Regione, sia Città del Bio, si sono rese conto che al territorio non interessava usare questi soldi per studi e indagini di mercato, ma che venissero impiegati per lo sviluppo e la gestione delle risorse locali. Ora l’Unione Terre Alte subentra nella creazione del biodistretto con i nostri progetti, così che nella prossima riunione, che sarà quella conclusiva, saranno ratificati i progetti decisi con le altre Unioni e con le aziende.

In tutto questo Città del Bio?

Noi formeremo il biodistretto e, il nostro biodistetto sarà nel circuito dei biodistretti di Città del Bio, ma in assoluta autonomia.

Quanti soldi avete a disposizione?

Indicativamente di quei 700 mila euro iniziali, abbiamo attualmente a disposizione 430mila euro, questo perché 200 mila euro sono stati usati per la progettazione di una centralina idroelettrica a Cantalupo Ligure , ma di questo ne parleremo in seguito, altri soldi vengono sottratti per quello che Città del Bio dice di aver speso per i suoi progetti sul territorio. Vedremo. Di questi 430 mila euro, l’80% sarà usato per i progetti concreti e  il 20% utilizzato per la promozione territoriale, che significa che circa 80mila euro saranno usati  per tutto quello che può interessare i produttori per promuovere i prodotti locali, fiere pubblicità, il resto sono progetti concreti. Naturalmente ci sarà una quota per la costituzione del biodistretto, notaio, burocrazia varia…

 Parliamo dei progetti.

Il primo progetto è la costruzione di centraline meteorologiche agro informative, che possono essere utilissime sia per la filiera del vino e della frutta , sia per l’allerta della Protezione civile; l’altro progetto individuato  è la costituzione di una rete di impollinazione di monitoraggio ortofrutticolo.  Inoltre una seria di iniziative che copriranno sia il settore vitivinicolo sia la filiera della carne bovina, suina e il comparto caseario. Tra le proposte c’è l’idea di organizzare un’iniziativa rivolta ai giovani agricoltori del territorio, e l’assistenza tecnica alle aziende.

Chi ha ideato questi progetti?

Questo  è quanto chiesto dai produttori. Sono progetti condivisi che, tra l’altro rientrano nei programmi del Gal, quindi ci sarebbe un’ulteriore integrazione economica in aiuto ai produttori. Credo questa sia stata la soluzione ottimale, se i soldi li avessimo divisi tra i trenta comuni, a ognuno sarebbe spettata una miseria, invece questi soldi verranno spesi per progetti individuati dai produttori delle varie categorie .Nel corso di tre riunioni loro ci hanno fornito un elenco di proposte e noi abbiamo cercato di dare spazio a quelli che potranno interessare il maggior numero di aziende e coprire il territorio di tutti trenta i comuni delle Terre del Giarolo, compresi quelli che attualmente non fanno ancora parte di un’unione.

Ma il progetto del biodistretto non doveva essere chiuso il 31 dicembre 2017?

E’ vero, ma la Regione l’ha prorogato al 31 dicembre 2019.

E quindi quando terminerete?

Le nostre previsioni sono di concludere entro giugno 2019;  indicativamente pensiamo di utilizzate il 60% dei fondi entro quest’anno e  il rimanente 40 nel 2019.