Le pompe funebri del Cit gestite dai privati?

L’ipotesi è al vaglio del cda e una decisione sarà presa dopo le elezioni. I costi del settore sono raddoppiati poiché è stato necessario chiamare personale esterno per via dell’indisponibilità dei dipendenti.

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Il Cit pensa di cedere in affitto ai privati le pompe funebri. La conferma arriva dal sindacato e non viene smentita dal presidente Giuseppe Licata. Il settore presenta da sempre bilanci in attivo seppure non di molto, nonostante i costi elevati per il personale, cinque dipendenti a tempo pieno. I privati, al contrario, utilizzano soprattutto personale a chiamata, con oneri e quindi anche prezzi inferiori. Proprio gli addetti sono all’origine della valutazione in corso da parte del consiglio di amministrazione, che verrà eventualmente presa dopo le elezioni amministrative del 26 maggio. “Alcuni dipendenti – spiega il sindacalista Fabio Poddighe – hanno avuto grossi problemi di salute e alla fine sono risultati non più idonei a trasportare pesi e quindi a lavorare nelle pompe funebri. Verranno ricollocati in altri settori del consorzio, come i parcheggi. Il cda, a questo punto, sta valutando di affittare o dare in gestione il ramo d’azienda, attraverso un’indagine di mercato.

Giuseppe Licata (a sinistra)

Il settore non è assolutamente da cedere del tutto poiché è uno dei pochi che dà liquidità all’azienda”. I problemi con gli addetti delle pompe funebri sono cominciati a dicembre e da allora il Cit è stato costretto a incaricare personale esterno con un raddoppio dei costi che ha portato a valutare l’ipotesi in ballo poiché il settore sta andando in perdita. Il presidente Licata, interpellato sull’argomento, preferisce al momento non commentare la notizia. Il 2019 è in sostanza il primo anno di applicazione del piano di ristrutturazione da 2 milioni di euro, che punta a ridurre negli anni il deficit di 460 mila euro, a fronte di un parco autobus da rinnovare in buona parte e delle banche che hanno ridotto i fidi.