«Per la vicenda Mazal il Comune ha accumulato un danno erariale di circa 600 mila euro e pare che la Procura della Corte dei conti abbia già richiesto tutta la documentazione relativa». Così il consigliere di opposizione Fabio Morreale, che ne ha seguito fin dal 2016 gli sviluppi.
Mazal Global Solutions era la società subentrata all’Aipa per gestire i parcheggi a pagamento, il servizio affissioni e la riscossione delle tasse comunali. A maggio 2016 è finita in guai finanziari e legali e così, oltre a non svolgere più i servizi previsti dal contratto e a non versare al Comune le somme riscosse, ha smesso di pagare gli stipendi ai dipendenti, costretti a ricorrere a decreti ingiuntivi.
Nel consiglio comunale del 26 marzo è stato approvato un altro debito fuori bilancio di 12.500 euro proprio per pagare una ingiunzione presentata da un dipendente ex Mazal.
«Una delle numerosissime già presentate e pagate – dice Morreale -. In quella sede ho chiesto all’assessore al Bilancio Gianfranco Semino a quanto fosse arrivato l’ammontare dei debiti e oneri a danno del Comune generati dalla vicenda Mazal: mi ha risposto che non lo sapeva e di chiederlo alla dirigente, la dottoressa Sabrina Mancini. Nei giorni successivi ho presentato richiesta di accesso agli atti per avere tutti i dettagli sullo stato attuale della vicenda, ma la maggior parte della documentazione non mi è stata consegnata. Sono molto preoccupato e ho deciso di fare ricorso al Prefetto».
Il consigliere ha chiesto copia della corrispondenza con la Procura della Corte dei conti, ma non gli è stata consegnata così come il decreto ingiuntivo della Banca Farmafactoring per 316.850 euro nei confronti del Comune di Tortona al quale l’ente lo scorso dicembre ha presentato opposizione in giudizio. Non gli è stata data nemmeno la copia della domanda per l’insinuazione al passivo nel fallimento Mazal per recuperare le somme a credito che il Comune vantava nei confronti della società, nè di tutti i decreti ingiuntivi sino ad oggi presentati dai dipendenti ex Mazal e delle spese legali sostenute dal Comune per la vicenda.
Il segretario generale Simona Ronchi, dopo aver interessato l’Ufficio Avvocatura, ha motivato il diniego sostenendo che «esistono procedimenti giudiziari tuttora pendenti che coinvolgono la documentazione richiesta (parte della quale, oltretutto, coperta da segreto professionale) rispetto ai quali la magistratura stessa ha imposto all’ente un generale obbligo di riservatezza. Inoltre per alcuni documenti richiesti si potrebbe configurare una lesione del diritto alla riservatezza di soggetti terzi». Dall’assessore Semino per il momento nessuna dichiarazione.
«Mi hanno dato solo il conteggio totale dei debiti fuori bilancio (circa 190.000 euro) – dice Morreale – e copia della riscossione della fideiussione di 70.053,26 euro avvenuta il 29 ottobre 2018. Trovo assurde le ragioni del diniego. Ad oggi con il decreto ingiuntivo Farmafactoring e le spese legali che non mi hanno comunicato si sono sfiorati i 600 mila euro. Inoltre i dipendenti presenteranno ulteriori ingiunzioni per avere il tfr e altre somme a oggi non corrisposte».