A breve la filiale di Novi Ligure della catena commerciale Iperdì sarà ceduta insieme ad altri undici punti vendita ma restano da sciogliere i nodi principali di questa vicenda che vede in ballo venti posti di lavori solo a Novi e gli stipendi non pagati da mesi. La questione è arrivata sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico (Mise) ieri pomeriggio grazie alla senatrice Susy Matrisciano (5 stelle) e al consigliere comunale novese pentastellato Fabrizio Gallo. A Roma, al tavolo di crisi, c’era la società Gca-Nuova Distribuzione che gestisce i 39 punti vendita dei supermercati Superdì e Iperdì della Lombardia e del Piemonte, in buona parte chiusi da luglio senza stipendio per i 761 dipendenti. All’incontro la proprietà, che ha chiesto il concordato preventivo al tribunale di Monza, come ricorda la senatrice Matrisciano, “ha dichiarato la volontà di cessione di alcuni punti con mantenimento del livello occupazionale. Ha parlato di due società al momento interessati all’acquisto, ma che per motivi di privacy legati alla trattativa non sono state dichiarati i nominativi.

La senatrice Susy Matrisciano

Entro il fine settimana o l’inizio prossima dovrebbe concludersi la trattativa di acquisto di 12 punti vendita, che includerà anche il punto vendita di Novi Ligure”. Due le questioni aperte. Innanzitutto, ricorda la senatrice, “l’esubero dei dipendenti di altri cinque punti vendita che, al momento, non sono oggetto di trattativa di cessione e quelli di cinque società che fanno parte del retail. Il funzionario del Ministero e i sottosegretari presenti hanno fatto presente che c’è ancora la possibilità di aprire la Cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, se l’azienda lo chiede. Questo permetterebbe a tutti i dipendenti di avere un “paracadute” e per i nuovi acquirenti sarebbe un pò più semplice l’ingresso. Inoltre, ci sono le retribuzioni arretrate da pagare, per le quali sarà concordato un incontro in settimana tra parti sociali e società presso la Federdistribuzione per analizzare la situazione” Il tavolo si riunirà nuovamente al Mise il 9 ottobre: in quella sede, secondo Matrisciano, “l’azienda dovrà comunicare il nome dei due acquirenti e le modalità di cessione tramite affitto di ramo d’azienda, che prevede comunque l’obbligo di acquisto e il mantenimento dei livelli occupazionali. E’ una situazione complessa che seguirò con attenzione”.