“Siamo nel limbo degli alluvionati, proprio nel mezzo tra un terreno comunale e uno privato”. Fausto Mogni, al ritorno nella sua abitazione in salita Bricchetta a Novi, dopo essere stato ospitato in un albergo a causa dei danni dell’alluvione, ha avuto, insieme alla moglie e alla vicina, la brutta sorpresa di non potersi muovere sulla sua proprietà che è stata debitamente transennata.
“Siamo a forte rischio – spiega -. D avanti a noi si è creato uno strapiombo dopo la frana collinare. Ma nessuno interviene perché tra privato e Comune si rimbalzano la responsabilità della messa in sicurezza. E noi rischiamo di essere trascinati nello strapiombo in caso di pioggia”.
All’esterno delle abitazioni del signor Mogni e della vicina di casa, sono stati tracciati dei percorsi obbligati, delimitati dai nastri di sicurezza biancorossi. Quindi in teoria non si potrebbe entrare in un pollaio e in un deposito attrezzi e neppure coltivare le verdure negli orti. Ma ciò che mette ansia sono i tempi di risoluzione del problema. Se non si provvederà a tamponare lo strapiombo, in caso di forti piogge potrebbe anche verificarsi uno smottamento delle due case con conseguenze immaginabili. Come pure nel caos di forte vento, alcuni alberi pericolanti che non hanno seguito la sorte del taglio avvenuto nella sottostante via Oneto, si potrebbero abbattere sempre sulle abitazioni. Proprio a causa dell’abbattimento degli alberi sulla riva collinare di via Oneto, peraltro la scena è visibilissima transitando con l’auto, le essenze rimaste, verso l’alto della riva, non hanno più quel consolidamento radicale originario.
Intanto i cittadini hanno tempo sino al 25 novembre per segnalare all’Ufficio tecnico i danni riportati dalle loro proprietà tramite apposito modulo scaricabile da internet oppure da ritirare in Comune.
Quasi 3 milioni di danni per la città, solamente per quanto concerne le strutture pubbliche. Ma presto si perfezionerà tra Novi e il circondario, un “Patto di mutuo soccorso” per migliorare il pronto intervento della Protezione civile, delle strutture di soccorso e dei volontari.
In attesa delle prossime precipitazioni atmosferiche, Novi fa i conti con i danni causati dall’alluvione di ottobre. L’altra sera, durante la seduta del consiglio comunale, il sindaco Gian Paolo Cabella ha informato l’assemblea, entrando nello specifico: “I danni più urgenti alle infrastrutture pubbliche – ha detto – ammontano a 379 mila euro. La cifra però sale a 2 milioni e 850 mila euro se si considerano gli interventi generali di ripristino. In merito a quanto accaduto, al più presto sarà avviato un percorso amministrativo, finalizzato a migliorare il piano di protezione civile e la sua applicazione, con un rafforzamento della struttura e delle attrezzature a disposizione”.
“Approfondiremo i contenuti del “Pai”, il piano di assetto idrogeologico comunale – prosegue Cabella -. Pensiamo di organizzare un incontro con i Comuni limitrofi per perfezionare un “patto di mutuo soccorso” che equivale a un pronto intervento, dove ci avvarremo di mezzi e di personale. Ogni Comune quindi, porterà il proprio contributo in termini di risorse da condividere, quando necessario. Questo “patto” sarà messo a punto anche al di fuori dell’ambito territoriale “Com””.
Sempre a proposito dell’alluvione, il consiglio comunale ha ratificato all’unanimità la variazione di bilancio con lo stanziamento di 50 mila euro per far fronte ai primi urgenti interventi.