I treni del Terzo valico passeranno dentro Novi Ligure, come richiesto dall’amministrazione comunale targata Pd. Il commissario di governo del Terzo valico, Iolanda Romano, ha dato notizia della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della delibera approvata a dicembre dal Cipe, il comitato formato dai ministri economici e delle infrastrutture dell’allora governo Gentiloni. Ci sono voluti otto mesi e, alla fine, l’ultimo “timbro” da parte della Corte dei conti è arrivato il 9 luglio scorso. L’atto del precedente governo prevedeva la cancellazione del cosiddetto Shunt, la deviazione della linea del Terzo valico verso Alessandria, lunga 7 km, tra Pozzolo e Novi Ligure. L’amministrazione novese, dal 2005, chiedeva il transito dei treni ad alta capacità lungo la linea storica che attraversa la città per farli passare nella stazione merci di San Bovo, in abbandono da tempo, allo scopo di rivitalizzarla. La delibera recepisce, fa sapere Iolanda Romano, una serie di prescrizioni, in particolare di carattere ambientale, relative all’adeguamento della linea storica: “I monitoraggi da attuare, la gestione degli impatti del traffico di cantiere sulla viabilità, le modalità di smaltimento delle terre da scavo. Una grande attenzione è dedicata agli aspetti di tutela delle risorse idriche, con particolare riferimento al Rio Gazzo, alla conservazione degli ecosistemi, alle mitigazioni ambientali soprattutto in tema di rumore e vibrazioni”.

Lo scalo di San Bovo

La Regione, in particolare, insieme a Gestione Acqua, aveva lanciato l’allarme proprio  per i rischi idrogeologici. Rispetto al transito dei treni merci dentro Novi, la delibera specifica che i convogli con carichi pericolosi non debbano superare il numero attuale ma serve comunque ancora una “normativa specifica in materia di accettabilità del rischio”, ancora da emanare. Da anni il comitato Contiamoci contesta la scelta del Comune di Novi Ligure e ha inutilmente chiesto un referendum sul tema. Dopo le elezioni del 4 marzo il parlamentare leghista Riccardo Molinari aveva presentato un’interrogazione al ministro della Infrastrutture per chiedere (inutilmente) in sostanza al governo di fare marcia indietro rispetto alla cancellazione della Shunt. Più di recente, il consigliere regionale Luca Rossi (centrodestra) aveva interrogato la giunta della Regione sullo stesso tema con una serie di richieste di chiarimento riferite agli impatti ambientali dell’intervento. La Regione ha risposto, tra l’altro, sostenendo che il rio Gazzo dovrà mantenere le stesse capacità di portata attuali ma senza tenere in considerazione la proposta di evitare il transito in città dei convogli.