A un anno e mezzo dalla firma, a che punto è il progetto condiviso annunciato nell’ambito del Patto di sviluppo del territorio legato al Terzo valico? L’accordo tra governo, sindaci e Rfi prevede una pioggia di soldi per gli undici Comuni interessati dai cantieri della Grande opera (Fraconalto, Voltaggio, Carrosio, Gavi, Arquata Scrivia, Vignole Borbera, Serravalle Scrivia, Novi Ligure, Pozzolo Formigaro, Alessandria, Tortona), ben 60 milioni di euro, di cui 11 destinati ai progetti presentati da ogni singola amministrazione comunale. Il nodo principale resta sui 49 milioni con i quali va finanziato un indefinito progetto unico di sviluppo territoriale. Al momento, di sicuro c’è che che il commissario di governo del Terzo valico, Iolanda Romano, sembra voler chiudere le porte ai cinque Comuni della Val Lemme che da mesi chiedono di entrare nel Patto. A gennaio, i Consigli comunali di Bosio, Parodi Ligure, San Cristoforo, Francavilla Bisio e Tassarolo avevano approvato una delibera con la quale esprimevano “forte dissenso in merito al mancato coinvolgimento e al fatto che siano considerati solo ed esclusivamente i Comuni attraversati dall’opera come danneggiati e quindi aventi diritto a essere beneficiari di attività e progetti compensativi, a carico dell’opera stessa” quando, sostenevano e sostengono gli amministratori comunali dei suddetti paesi, anche i loro concittadini sono interessati dai disagi viabilistici lungo la strada provinciale 161 e soprattutto dai rischi per la diffusione dell’amianto scavato nei cantieri del Terzo valico. I Comuni chiedevano quindi di essere coinvolti nella redazione del progetto da 49 milioni di euro, proposta inviata anche al ministero delle Infrastrutture, al prefetto e alla Regione.

Iolanda Romano

Dopo diverse richieste di incontro mai soddisfatte, in occasione della tappa degli Stati Generali per il Turismo, organizzati dalla Regione Piemonte a Novi Ligure il 20 e 21 marzo scorsi, Iolanda Romano ha detto a chiare lettere che il Patto “riguarda i soli 11 Comuni interessati dai lavori di realizzazione della nuova linea ferroviaria. I benefici dello sviluppo potranno senz’altro interessare, in via indiretta, anche i Comuni confinanti”. Tutto resta nell’incertezza assoluta, al momento, come si diceva, non solo per i cinque paesi vallemmini ma anche per tutti gli altri undici. Lo stesso commissario a Novi ha annunciato che “la delibera Cipe di approvazione della spesa dei 60 milioni, del 23 dicembre scorso, è ora in fase di registrazione presso la Corte dei Conti e la pubblicazione, necessaria per l’utilizzo dei fondi pubblici, è prevista per la prossima estate”. C’è poi l’impresa sempre più difficile di trovare un accordo tra gli undici sindaci. La Romano annuncia di avere avviato, grazie al sostegno della Regione, “una collaborazione con l’Istituto di ricerca economica e sociale della Regione, che affiancherà il commissario nell’approfondimento di tutti gli aspetti socio-economici del territorio rilevanti per la redazione del progetto di sviluppo”.

Arquata: il centro sportivo Garrone

La realtà è che, dopo un anno e mezzo (il Patto è stato firmato nel settembre 2016) non c’è ancora nulla di concreto e ogni proposta lanciata da un sindaco viene bocciata dai colleghi. È il caso di Arquata Scrivia. L’amministrazione comunale ha proposto di utilizzare parte dei 49 milioni per costruire un centro federale di atletica leggera interregionale nel centro sportivo “Garrone”. Servono 6,5 milioni di euro per realizzare una struttura dove praticare l’atletica leggera anche in inverno. Nel Nord Italia esistono solo due impianti del genere, a Padova e Ancona. Il sindaco Alberto Basso ricorda che a favore si è pronunciato l’assessorato regionale allo Sport mentre è contraria l’assessore alla Cultura Antonella Parigi. Anche sul territorio non tutti sono d’accordo: Basso ricorda l’opposizione di Novi Ligure e Serravalle Scrivia, che “puntano a costruire un palazzetto dello sport unico per le due realtà per basket e volley, senza tenere conto però che i calendari dei campionati difficilmente si possono coniugare”. Arquata cercherà appoggio fra i sindaci della Val Lemme e della Val Borbera per creare ricettività a favore del progetto. Secondo Basso, “trovare un’idea unica che sia condivisa da tutti gli 11 Comuni è impensabile”. Rocchino Muliere, sindaco di Novi Ligure, non nega l’opposizione al progetto arquatese e chiede “di stringere sul Patto a un anno e mezzo dalla firma. Serve un progetto valido per tutti”. Iolanda Romano annuncia una riunione del Tavolo dei sindaci del Patto nei prossimi giorni.