La Pernigotti ha confermato, poco fa, al tavolo ministeriale a Roma tra sindacati e azienda, la volontà di cedere il comparto gelati. In lizza due aziende per attuare il cosiddetto spezzatino societario. La cessione riguarderebbe però solo logo, ricette e alcuni operatori commerciali e non la forza lavoro. Per quanto riguarda invece la reindustrializzazione dello stabilimento di Novi Ligure, in ballo cinque aziende, di cui solo una avrebbe presentato un piano industriale. L’obiettivo è avviare la produzione entro giugno. Le proposte sul tavolo della Pernigotti darebbero lavoro a un massimo di 50-55 persone, mentre le maestranze in cassa integrazione sono 92, senza contare i circa 100 interinali.

“Con l’annuncio dell’imminente cessione del ramo d’azienda del gelato e della pasticceria – dice il deputato Federico Fornaro (Leu), presente all’incontro insieme al sindaco Rocchino Muliere – la proprietà turca sceglie di vendere la Pernigotti a pezzi, facendo quello che in gergo si chiama spezzatino. Una scelta sbagliata dettata unicamente da esigenze di cassa che rischia di indebolire anche il progetto di reindustrializzazione dello stabilimento di Novi Ligure. Siamo ancora in tempo – conclude Fornaro – la proprietà turca venda la Pernigotti nella sua interezza permettendo di salvare un patrimonio del made in Italy e con esso le lavoratrici e i lavoratori da mesi impegnati in una lotta straordinaria“. Per il governo era presente il sottosegretario Giorgio Sorial.