“Il drone l’ho consigliato io e l’ho visto“. Ettore La Rosa, architetto di Visone, ha testimoniato ieri, 16 ottobre, in tribunale ad Alessandria nel processo a carico dell’ex sindaco di Gavi Nicoletta Albano, accusata di concussione, falso e peculato. Per quest’ultimo reato l’imputata negli anni si sarebbe fatta rimborsare dal Comune le spese sostenute per acquistare beni come scope elettriche, droni, zanzariere non presenti, secondo l’accusa, in municipio e nei locali annessi nonchè viaggi di carattere privato. Nel 2020 il tribunale aveva sequestrato ad Albano 80mila euro. Ieri sono sfilati i primi testi a difesa dell’imputata. In totale sono circa 20 e i prossimi saranno convocati il 13 novembre. “Ho conosciuto Nicoletta Albano nel 2000 durante una cena. Successivamente sono stato incaricato di redigere il piano di protezione civile comunale insieme a un geologo e a un geometra”, ha spiegato La Rosa. “Sa se il Comune ha comprato un drone Dij Tello? Viene usato?“, ha chiesto l’avvocato difensore Andrea Cianci. “Il territorio collinare di Gavi – ha risposto La Rosa – è soggetto a frane che vanno monitorate e molte si trovano in zone impervie di difficile accesso. Ho suggerito ad Albano di utilizzare i droni e so che uno era stato acquistato. Eravamo nel 2018 e io l’ho visto“. I difensori dell’ex sindaco hanno sottoposto a Chiara Cruciani, agente di polizia municipale da 12 anni a Gavi, due verbali da lei firmati nel 2020 dove si parlava di un locale di via Mazzini utilizzato come magazzino. “Il locale – ha spiegato rispondendo sempre alle domande degli avvocati – era una sede dell’associazione canina del signor Ivano Bernini. In un’occasione abbiamo fatto un inventario con i carabinieri dei beni presenti. C’erano 5 colli e una scopa elettrica ma non so chi appartenessero“. Carmen De Milato ha invece ricordato di aver visto una macchinetta per il caffé nella biblioteca comunale, di cui era responsabile: “Chi l’aveva fornita? L’ho trovata lì, l’aveva portata un dipendente comunale“. Fra i viaggi contestate ad Albano dalla Procura della Repubblica uno è stato a Mosca, sul quale ha deposto l’avvocato Marcello Agnoli: “Albano mi disse che voleva andare in Russia per promuovere il Gavi e la Val Lemme. Io l’ho messa in contatto con mio collega di Mosca Pavel Gratchev. Sia quest’ultimo che lei mi hanno detto poi che Albano in Russia ha preso contatto con la Camera di commercio ma non so quali siano poi stati gli esiti“. L’ex sindaco è anche accusata di essersi fatta rimborsare la spesa per un servizio fotografico promozionale su Gavi. “Nicoletta Albano – ha spiegato Andrea Musto, fotografo di Chiavari – venne in negozio e mi incaricò di fare il servizio, poi eseguito. Fu sempre lei a pagare e a ritirare personalmente il lavoro“. Musto ha detto di non sapere se ci sia stato un incarico ufficiale da parte del Comune per il suo servizio, come richiesti dal Pm Fabrizio Bruzzone e dal legale del Comune, Piero Monti. Ha anche affermato, guardando gli scontrini che gli sono stati mostrati durante l’udienza, “suppongo siano quelli relativi al servizio”, pur non riportando alcun nome. Infine, l’idraulico Luca Rabbia ha parlato della presenza di due zanzariere, intese come dispositivi elettrici per eliminare le zanzare, nell’ex oratorio di piazza Marconi, mentre svolgeva la manutenzione della caldaia.