Retromarcia della Regione sull’eolico industriale sulle vette dell’Appennino più alte della Provincia. I crinali tra Val Borbera e Val Curone, costituiti da pascoli e meta delle rotte migratorie, non sono più considerati adatti a ospitare gli impianti per lo sfruttamento del vento grazie alle osservazioni presentate dai cittadini che fanno parte del Comitato per il territorio delle Quattro Province. A febbraio la giunta regionale aveva avviato l’iter del Piano Energetico Ambientale Regionale (Pear), dove indicava le aree nelle quali installare torri eoliche, centrali idroelettriche e impianti solari. Nel documento erano stabiliti quattro “ambiti strategici” dove avviare lo “sfruttamento del vento a fini energetici in impianti di taglia industriale”. Era segnalato anche il crinale dei monti Ebro, Chiappo, Giarolo. Questo nonostante, nel decennio scorso, siano stati bocciati almeno cinque progetti dall’impatto pesante per il numero di torri previsto, dalle 66 della proposta di Concilium alle 42 della Equipe Giarolo Energia, fino ai tre progetti di Enel Green Power.

Per alcuni di essi non era stata neppure dimostrata le ventosità del sito ma la “fame” di incentivi pubblici aveva spinto i promotori a far finta di nulla . Nel documento di febbraio la Regione proponeva di modificare i vincoli ambientali e paesaggistici esistenti e di attribuire ai progetti riferiti agli ambiti strategici una corsia preferenziale, togliendo così garanzie alla tutela dell’ambiente e alla possibilità dei cittadini e degli enti locali di dire la loro. Proprio grazie alle osservazioni presentate ad aprile dal Comitato per il territorio delle Quattro Province, la giunta regionale ha preferito rivedere le sue previsioni per il crinale appenninico alessandrino: i vincoli restano e vanno considerati tutti gli interessi in gioco. Meglio tutelare il paesaggio. Il Comitato per il territorio delle Quattro Province fa notare che “nessun Comune del territorio né la provincia hanno presentato osservazioni al Pear: erano d’accordo con la previsione iniziale o, peggio, se ne sono lavati le mani?”