Il ministero della Transizione ecologica ha ordinato alla Provincia di svolgere verifiche sul rischio di inquinamento della falda di Sezzadio Predosa da parte della futura discarica di rifiuti di Cascina Borio, a Sezzadio. Ci sono voluti mesi ma alla fine l’amministrazione comunale sezzadiese è riuscita a ottenere controlli sulla notevole presenza di acqua nella ex cava dove la Riccoboni sta allestendo da tempo l’impianto da circa un milione di metri cubi di materiale. Il timore del sindaco Enzo Daniele e di molti cittadini è che quell’acqua presente sul fondo dell’area appartenga alla falda che dà da bere ai Comuni dell’Acquese. A gennaio, quando l’allora ministero dell’Ambiente era guidato dal ministro Sergio Costa, il Comune e sette cittadini avevano segnalato che non erano mai stati eseguiti i monitoraggi piezometrici periodici a cadenza mensile, previsti nel Piano di monitoraggio e controllo allegato all’autorizzazione ambientale della discarica. Questo dopo che, nel 2020, il tribunale di Alessandria aveva negato la necessità di verifiche poiché non c’è ancora un danno alla falda, della quale ha tenuto conto l’autorizzazione alla discarica rilasciata nel 2016 dalla Provincia.
Il Comune ritiene non sia stato rispettato il “franco” di sicurezza minimo di tre metri tra il fondo della discarica e la quota di massima escursione della falda freatica superficiale, prescrizione indicata nell’autorizzazione. Così si sono rivolti al ministero, con non poche difficoltà per ottenere una risposta positiva, anche perché la documentazione inviata, fra cui filmati e immagini sulla situazione della ex discarica, era stata persa fra le varie direzioni del dicastero. Una situazione che ricorda il parere negativo della Commissione locale del paesaggio relativo al progetto della tangenziale di Sezzadio, opera voluta dalla Riccoboni e dalla Provincia ma non dal Comune. Il documento non era presente negli atti della conferenza dei servizi provinciale ed è stato recuperato dall’amministrazione comunale, bloccando così l’ok alla nuova strada utile ai camion diretti a cascina Borio e quindi il conferimento di rifiuti. Ora il ministero della Transizione ecologica ha accolto la richiesta del Comune e ha incaricato la Provincia di disporre gli accertamenti “per verificare il mancato rispetto, segnalato dal Comune di Sezzadio, delle prescrizioni rilasciate al gestore della realizzanda discarica, oppure ulteriori elementi di criticità dal punto di vista ambientale”. L’obiettivo è comprendere se esistano o meno “eventuali profili di minaccia o danno ambientale”.
Il sindaco Daniele aveva scritto al ministero: “L’acqua è presente da maggio 2019 e si è creato un vero e proprio lago con una profondità media di circa tre metri. Questo rafforza i dubbi e fa ipotizzare un rischio di danno ambientale imminente collegato alla prevista entrata in funzione dell’impianto di discarica. L’unico obiettivo e interesse che in questa sede si vuole perseguire è quello di preservare da un imminente e pressochè certo rischio di inquinamento il proprio territorio e la preziosa risorsa idrica che questo custodisce, unica in tutto il comprensorio dell’alessandrino per caratteristiche di qualità e quantità. L’imminente avvio dell’impianto di discarica potrebbe provocare un danno irreversibile tanto alle prime falde quanto a quelle sottostanti”. Il Consiglio di Stato ha intanto fissato per novembre la discussione sul ricorso del Comune contro l’autorizzazione alla discarica del 2016.