La disonestà è il cancro di Gavi”. Recita così la scritta con la quale è stato coperto il nome di Nicoletta Albano scolpito nella targa che a fine 2017 venne collocata in piazza Marconi dopo la riqualificazione. Un intervento costato circa 500 mila euro insieme all’acquisto e ai lavori nella vicina ex chiesetta di Sant’Antonio, acquistata nel 2011 da Brunella Molinari, candidata non eletta nella lista della Albano, vincitrice due mesi prima delle elezioni comunali. Da notare che nel programma elettorale l’acquisizione da parte del Comune del malconcio edificio non era affatto indicata. I lavori nel Paraso, dal nome del rione, sono stati l’ultima “grande opera” delle amministrazioni targate Albano, con l’immancabile codazzo di polemiche sui costi e sul risultato finale: meno parcheggi in una zona a carenza di posti auto e l’ex chiesetta trasformata in un presunto punto informativo chiuso da tempo.

L’inaugurazione della piazza nel 2017.

A far storcere il naso i lampioni con luci colorate e le panchine luminose ma anche la famigerata targa, scoperta in occasione dell’inaugurazione il 7 ottobre di tre anni fa. La targa doveva ricordare il passaggio di Napoleone a Gavi nel 1805 e riporta anche il nome della Albano, oltre a indicare l’amministrazione comunale. In tanti hanno ricordato che si tratta della seconda targa pagata dai gaviesi che era stata affiggere in paese con il nome dell’ex consigliere regionale: la prima è infatti nell’atrio del municipio, sistemata dopo i costosi lavori post terremoto. All’inaugurazione della piazza del Paraso doveva esserci anche il console francese di Milano, che però si diede malato poca prima dell’evento. Ora qualcuno, che probabilmente risente del clima elettorale, ha ricordato quale sia, a suo giudizio, il “cancro” di Gavi, non si sa se con l’intento di sottolineare i guai giudiziari di amministratori e dirigenti comunali.