Arquata, il cantiere del Terzo valico di Moriassi.

I sindaci chiedano l’immediata sospensione del trasporto su gomma dello smarino fino a quando il Cociv non rispetterà le prescrizioni della Regione”. La richiesta arriva dal Legambiente Val Lemme e riguarda la sentenza con la quale il Tar ha respinto il ricorso del Cociv contro il trasporto combinato ferro-gomma delle rocce e terre da scavo del Terzo valico. I giudici hanno sentenziato che il consorzio capitanato da Salini Impregilo doveva predisporre il trasferimento su ferrovia di parte del materiale scavato nei cantieri di Arquata e Serravalle Scrivia e destinato ai siti di deposito in pianura. I convogli da Arquata sarebbero dovuti arrivare allo scalo merci di Novi San Bovo e da lì su camion a destinazione. Invece continuano a essere utilizzati solo i mezzi pesanti con i relativi disagi al traffico. La prescrizione risale al 2017 ma era stata richiesta già nel 2006 dal governo nel dare l’ok al progetto definitivo del Terzo valico e anche nel 2013 dalla stessa Regione in occasione della prima approvazione del piano del traffico. La Regione, nel rispondere all’interrogazione presentata martedì in Consiglio regionale da Sean Sacco (M5s), con l’assessore Tronzano ha affermato che al Cociv sarà inviata una nuova diffida dopo quella del 2018, mai rispettata, e che comunque nessuna norma regionale in materia di attività estrattiva prevede sanzioni né sospensioni o revoche delle autorizzazioni in casi del genere.

A questo punto, dice Mario Bavastro, esponente di Legambiente Val Lemme, “tutti i sindaci, congiuntamente e solidalmente, chiedano l’immediata sospensione del trasporto su gomma nelle tratte previste”. Inoltre, l’associazione propone “un contemporaneo indennizzo per il periodo in cui Cociv ha disatteso prescrizione, indennizzo a favore dei cittadini, non dei Comuni, per esempio sotto forma di sgravio fiscale (tassa rifiuti o Imu) da corrispondere da parte di Cociv”. Sacco, dopo la risposta dell’assessore Tronzano, dice: “E’ arrivato il momento per il consorzio di osservare le prescrizioni della Regione dopo aver ignorato quelle precedenti con conseguenti ripercussioni negative sull’ambiente e sulla viabilità locale. E’ inaccettabile che prescrizioni regionali possano essere applicate solo dopo l’intervento della giustizia amministrativa. Per questo motivo sto lavorando alla modifica dell’articolo 13 della legge regionale 23/2016, che disciplina le attività estrattive in Piemonte. In caso di inottemperanza delle prescrizioni dovrebbero essere previste sanzioni, diffide e sospensioni della concessione”.