I cittadini, e non solo, protestano per il taglio delle corse dei bus deciso dalla Regione in seguito al nuovo lockdown. A Bosio sono rimaste solo due corse dei autobus del CIt, una al mattino intorno alle 7 per Novi Ligure e l’altra di ritorno verso le 16. “Non siamo in lockdown totale – spiegano dal paese della Val Lemme – e c’è gente che deve andare ogni giorno a lavorare oppure deve talvolta andare a Novi per visite mediche e altre incombenze”. La questione è stata molto dibattuta sui social dopo che il Comune, per bocca del Consigliere comunale di maggioranza Francesco Arecco, ha proposto una conta dei cittadini che utilizzano i bus. Stasera, giovedì 19 novembre, alle 19 è in programma un incontro sull’argomento. Da Arquata una donna che lavora a Novi segnala: “Le corse annullate sono quelle che l’utenza utilizza per recarsi al lavoro tutte le mattine, lasciandone altre in orari non utilizzati per chi va al lavoro. Venerdì pomeriggio ho telefonato al Cit per lamentarmi. La risposta che ho ricevuto è stata “signora, si metta d’accordo con il suo datore di lavoro per modificare il suo orario”. Ho quindi inviato una mail di lamentela, ad ora non ho ricevuto nessuna risposta”.

Un’immagine di Bosio

In questo momento – prosegue la donna – mi sento di essere portavoce di parecchie persone che utilizzano i mezzi pagando l’abbonamento e che in questo momento stanno vivendo come me un disagio. Il mio monito va solo ed esclusivamente ai vertici della società Cit, a coloro a cui non frega niente se non sappiamo come recarci al lavoro”. I sindacati provinciali del settore trasporti, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl hanno scritto alla Regione “per comprendere le motivazioni, per le quali il Trasporto Pubblico Locale alessandrino oggi subisce nuovamente tagli. Visto e considerato che i siti industriali istituzionali e quelli della scuola primaria, svolgono regolarmente la propria attività, crediamo che in un momento come questo, ci sia l’esigenza di un trasporto pubblico efficiente e sicuro, che colleghi tutte le località della provincia e della città di Alessandria, garantendo il diritto alla mobilità a tutti coloro che si trovano costretti, per necessità, a muoversi, non isolando nessuna periferia e soprattutto nessun paese”.

Uno scorcio di Arquata Scrivia

I rappresentanti dei lavoratori sottolineano a necessità di evitare sovraffollamenti sui mezzi, “ma proprio oggi allo stesso tempo, troviamo tagli al servizio che in alcune zone, sono molto pesanti. La situazione è abbastanza surreale; nei vari decreti risulta che il contribuito per il trasporto pubblico locale venga riconosciuto nella sua totalità, ed è per questo che non comprendiamo l’ennesima contrazione del servizio erogato, che in alcune zone come quelle del Novese ed Ovadese, raggiunge il 40%. Ci teniamo a ribadire che tale servizio è ritenuto essenziale e per la Regione non significa sobbarcarsi di alcun onere aggiuntivo, in quanto le finanze stanziate, rimangono invariate, ma resta il fatto che il servizio erogato non corrisponde all’esigenza del territorio; invece di operare con tagli lineari sarebbe forse più utile rimodularlo temporaneamente verso siti di cura, e garantire un servizio anche a quelle persone che si trovano costrette a spostarsi e non ne hanno la possibilità di farlo con mezzi propri”. Soprattutto in questo momento di crisi, evidenziano i sindacati, “le infrastrutture, i servizi e soprattutto il trasporto, svolgono un ruolo importante ed essenziale per ciò, non può essere tralasciato, soprattutto perché ad usufruirne sono prevalentemente le fasce più deboli e bisognose: anziani, lavoratori e studenti. Non neghiamo di essere preoccupati, se il servizio erogato non viene monitorato ed attenzionato, ma lasciandolo gestire a livello locale dalle singole aziende per le motivazioni sopra esposte, si potrebbero innescare alcune logiche a discapito di altre. Nel confidare che il buonsenso prevalga, vi chiediamo qualora vi fosse necessità, di parlare di rimodulazione e non di tagli lineari che raggiungano sino il 40% del servizio in alcune zone, dove in momenti di crisi, i servizi sono quelli che devono garantire tranquillità efficienza e sicurezza a chi ne usufruisce”.