Il tribunale di Alessandria

Rischia davvero di diventare molto più consistente la cifra a carico di Teresa Gandolfo, 65 anni, ex direttrice dell’asilo nido comunale “Emilia Morando” di Arquata Scrivia, accusata di peculato per essersi trattenuta, secondo l’accusa, parte delle rette che le famiglie pagavano per i figli iscritti nella struttura scolastica. Ieri, il giudice per l’udienza preliminare (gup) avrebbe dovuto decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio della donna ma ha rinviato tutto a gennaio. Questo perché il Comune, rappresentato dall’avvocato Emiliano Bottazzi, si è costituito parte civile e ha depositato una serie di documenti che attestano come l’ex direttrice non avrebbe sottratto al Comune solo gli 85 mila euro dell’anno scolastico 2016-2017 indicati nel capo di imputazione ma cifre molto più importanti, che supererebbero il mezzo milione di euro. La pratica di trattenere sia parte delle somme degli iscritti all’asilo regolari sia quelle degli alunni della lista “parallele” sarebbe stata una prassi andata avanti per molti anni, per questo il danno arrecato alle casse pubbliche sarebbe molto più grave.

L’asilo nido di Arquata Scrivia

L’avvocato Bottazzi ha quindi contestato l’ammontare del danno subito dal Comune a causa delle condotte della Gandolfo quantificato dalla Procura e ha prodotto i documenti sulla scorta dei quali è stata fatta la nuova quantificazione. Il gup, vista la copiosa documentazione, ha rinviato l’udienza al 31 gennaio 2019 per consentire alla difesa dell’imputata di prenderne visione ed eventualmente controdedurre alle argomentazioni della parte civile.
Nell’udienza di fine gennaio il gup si pronuncerà anche sulle richieste di patteggiamento o comunque di rito alternativo avanzate dalla difesa della Gandolfo, se verranno riproposte. La donna deve anche rispondere del reato di truffa per essersi allontanata più volte dall’asilo per recarsi al bar.