Terzo valico, fondi per i Comuni: la parola passa alla Regione.

Il commissario Romano ha chiesto a Torino di coordinare i sindaci per trovare un accordo sui 49 milioni del Patto per il territorio. Altri enti battono cassa.

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L'incontro di un anno fa ad Alessandria per presentare il Patto per il territorio

Sarà la Regione a coordinare la redazione del Patto per il territorio per cercare di arrivare a un progetto concreto su come spendere i 49 milioni previsti dall’accordo sottoscritto un anno fa il da Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Regione, Rfi, Provincia e 11 comuni alessandrini (Alessandria, Tortona, Novi Ligure, Pozzolo, Gavi, Serravalle, Arquata, Vignole, Voltaggio, Carrosio, Fraconalto) ma ci sono altri sindaci che battono cassa. Oltre agli 11 milioni destinati ai singoli comuni che hanno presentato ognuno un progetto legato al Terzo valico, ci sono appunto gli altri 49 milioni che devono essere destinati a un imprecisato “progetto condiviso di sviluppo del territorio”, non ancora definito anche per il timore dei Comuni più piccoli che i soldi vadano ad Alessandria o soprattutto nei centri zona coinvolti. È probabilmente questo il motivo per cui il commissario di governo del Terzo valico, Iolanda Romano, ha chiesto all’amministrazione regionale di dare una mano nel tentativo di mettere gli amministratori locali d’accordo.

Il prefetto Romilda Tafuri e il commissario del Terzo valico Iolanda Romano
Il commissario del Terzo valico Iolanda Romano (a destra) con il prefetto Romilda Tafuri

La notizia è stata data ieri a Parodi Ligure, nell’abbazia di San Remigio, durante l’incontro tra l’assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi e i sindaci dell’Oltregiogo. L’esponente della giunta Chiamparino, nello spronare gli amministratori a lavorare insieme per il turismo, ha ricordato l’esistenza dei “fondi del Terzo valico e la richiesta alla Regione del commissario Romano di coordinare la redazione del progetto. Dopo il confronto con il territorio si dovrà arrivare a concretizzare le proposte”. Proposte che finora devono essere state poco concrete, nonostante la tabella di marcia preveda che entro fine anno venga inviato al governo uno studio di prefattibilità del progetto, con relativa presentazione pubblica. Soprattutto i piccoli centri hanno avanzato proposte che non riescono a conciliarsi in un intervento su tutto il territorio. Poi ci sono i sindaci esclusi che, come si diceva, battono cassa per i 49 milioni. “Il Terzo valico – ha detto Dino Bianchi, presente del Parco dell’Appennino Piemontese e amministratore a Bosio – è un’occasione per tutto il territorio, non solo per gli undici Comuni interessati da cantieri e cave. A questi va ovviamente riconosciuto il fatto di dover sopportare lo sfacelo che tutti possono vedere ma non ha senso che ognuno presenti un pezzo di pista ciclabile nel suo territorio. I 60 milioni devono avere ricadute per tutti”. I sindaci dei paesi della Val Lemme non interessati direttamente neppure dal transito dei camion del Terzo valico, come Bosio e Parodi, hanno già evidenziato come anche le loro popolazioni subiscano i disagi causati dai lavori della linea ferroviaria sulla viabilità provinciale.