Terzo valico in ritardo: tre maxi cantieri fermi da un anno dopo gli arresti.

A Moriassi (Arquata), Voltaggio e Basso Pieve (Novi Ligure) tutto bloccato dall'inizio del 2017: anche dove i lavori sono stati riassegnati l'attività resta al palo. Previsto un incontro tra Cociv e sindacati.

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(foto da terzovalico.it)

La colpa dello slittamento della conclusione dei lavori del Terzo valico al 2023 sarebbe della Corte dei conti che non ha ancora registrato delle delibere di approvazione del quinto e sesto lotto dell’opera, autorizzate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) il 22 dicembre, secondo il commissario di governo Iolanda Romano. In realtà, ci sono ben tre cantieri del Terzo valico ancora fermi ormai da oltre un anno, dopo gli arresti da parte di carabinieri e Guardia di Finanza per corruzione e altri reati, e non sono cantieri riferiti alla viabilità, pure quelli in ritardo, ma relativi alla realizzazione del tunnel principale e dell’opera in generale, che costerà 6,2 miliardi di euro. Dopo il blitz delle forze dell’ordine che aveva riguardato sia il Cociv che le aziende sub appaltatrici, il consorzio guidato da Impregilo-Salini aveva revocato quasi tutti gli appalti assegnati e successivamente ripubblicato i bandi per riassegnare i lavori.

Il cantiere Vallemme a Voltaggio

Proprio come è avvenuto a Voltaggio, dove a vincere la gara, lo scorso autunno è stata nuovamente la Grandi Lavori Fincosit di Roma, cacciata a suo tempo poiché coinvolta nelle indagini ma poi, a detta del commissario del Cociv Marco Rettighieri, risultata estranea a tutto. Qui negli anni ’90 e dal 2013 è stata scavata la cosiddetta Finestra Vallemme e ora si attende lo scavo del “camerone” e dei binari pari e dispari del tunnel di valico in direzione nord per circa 2 km e sud per circa 1,5 km oltre ad altri interventi. La Grandi Lavori Fincosit in questi circa otto mesi non ha però avviato nessuna attività e addirittura sul sito terzovalico.mit.gov.it, con il quale il commissario Romano intende informare sull’andamento dell’opera, c’è ancora scritto “scavo sospeso in attesa dell’affidatario”, quando invece la gara è stata chiusa nel 2017 e da febbraio c’è un problema per i lavoratori che non sono ancora stati riassunti.

Il cantiere del Terzo valico nel Basso Pieve a Novi Ligure

Poi c’è Novi Ligure: anche nel cantiere del Basso Pieve non si muove foglia dal 2017, per le stesse ragioni. La talpa meccanica che stava scavando il tunnel verso Serravalle Scrivia è ferma da oltre un anno. L’unico movimento di mezzi riguarda l’ammasso di terra e roccia che continua a crescere facendo porre molte domande. Infine, Moriassi, ad Arquata Scrivia. Fino alla fine del 2016 qui operava la Ceprini Costruzioni di Orvieto, finita anch’essa nei guai e cacciata dal Cociv. Qui si stava scavando il camerone di raccordo tra il tratto all’aperto e il pozzo Cascina Radimero. “Attualmente – si legge sempre su terzovalico.mit.gov.it – lo scavo è sospeso, nelle more degli affidamenti contrattuali dei lavori”. “A Moriassi – spiega Rocco Politi, segretario provinciale del sindacato Fillea-Cgil – i lavori sono fermi in attesa che si concluda l’intervento di scavo nel cantiere di Libarna, dove opera il personale di Cociv, che verrà quindi trasferito nel cantiere arquatese. Questi lavori rientrano infatti nel 40% dell’opera che il Cociv non è obbligato a mettere a gara. Per il Basso Pieve, invece, l’intervento è stato riassegnato, come annunciato, alla Grandi Lavori Fincosit, la stessa che ha ottenuto l’appalto di Voltaggio. Domani, 17 maggio, avremo un incontro con il Cociv per fare il punto della situazione”. In ritardo anche i cantieri stradali: la rotonda in costruzione a Libarna (Serravalle Scrivia) doveva essere pronta a dicembre, tempi più lunghi del previsto anche per l’allargamento della galleria della Crenna, tra Gavi e Serravalle, e i ponti sul Neirone e sul Lemme a Gavi.