Il cantiere del Terzo valico a Serravalle Scrivia
Il cantiere del Terzo valico a Serravalle Scrivia

I magistrati che seguono le inchieste sul Terzo valico hanno iscritto nel registro degli indagati anche Pietro Salini, alla guida del colosso Salini-Impregilo, detentore della maggioranza del consorzio Cociv.

Secondo quanto riportato da La Stampa e da Il Secolo XIX, l’imprenditore ha ricevuto un avviso di garanzia per turbativa d’asta. Secondo gli investigatori, Salini, amministratore delegato della società che ha appalti in tutto il mondo, avrebbe dato disposizioni per truccare alcuni appalti assegnati nel 2014 per i lavori della linea ad alta capacità tra Genova e Tortona. Fra gli esempi più eclatanti emersi nei mesi scorsi dalle intercettazioni rese note lo scorso autunno dopo gli arresti da parte di carabinieri e Guardia di finanza, c’è l’appalto del Lotto Serravalle. L’intervento avrebbe dovuto andare, secondo un primo esito della gara, alla Salini Claudio, impresa del cugino di Pietro Salini, scomparso nel 2005, ma così non avvenne, non si sa se per i pessimi rapporti fra i due. Alla fine risultò invece vincitrice la Oberosler di Bolzano, poi “cacciata” dal cantiere poiché i dirigenti sono stati accusati di aver corrotto gli allora vertici del Cociv per ottenere i lavori. I titolari dell’azienda altoatesina, Andrea Marchetti e Luciano Fogolari, avrebbero infatti ottenuto l’appalto in questione grazie a collusioni e mezzi fraudolenti.

Pietro Marcheselli, uno degli uomini ai vertici del Cociv poi arrestato, sarebbe stato contattato dalla Oberosler per far sì che la commissione di gara organizzata dal Cociv venisse orientata a favore della ditta altoatesina. La Oberosler, sempre secondo quanto emerso dalle indagini, evitava l’esclusione dalla gara grazie all’interessamento dei dirigenti del Cociv. Arrivata seconda in graduatoria, emergeva che l’offerta presentata era anomala poiché non sarebbe stato calcolato il costo del vitto e alloggio per il personale, pari a circa 800 mila euro, e sottostimato il costo di alcuni elementi edilizi necessari ai lavori di costruzione della linea ferroviaria. L’impresa di Bolzano avrebbero poi assegnato vari sub appalti alle ditte riconducibili a Giampiero De Michelis, all’epoca direttore dei lavori del Terzo valico, e Domenico Gallo, l’imprenditore calabrese considerato vicino alla ‘ndrangheta.

Altri appalti sui quali Pietro Salini sarebbe intervenuto per escludere l’impresa del cugino sono la galleria di Cravasco, in provincia di Genova, il tunnel del cantiere Vallemme a Voltaggio e il lotto della linea a Pozzolo Formigaro. Anche per questi ultimi due le imprese vincitrici degli appalti da centinaia di milioni di euro sono saltati dopo gli arresti di ottobre. I legali di Salini sostengono che con i suoi interventi sui dirigenti del Cociv Salini avrebbe solo chiesto di far “partecipare aziende alle gare di qualità”. L’imprenditore, secondo gli avvocati, “non ha mai partecipato ad alcuna valutazione delle offerte. Le intercettazioni sono state interpretate male”.

Sempre secondo quanto riportato dai due quotidiani, risulta indagato anche Marcello Lombardini, titolare della Giustiniana Spa di Gavi. Nelle intercettazioni già citate l’azienda risulta essere stata incaricata dalle imprese vincitrici nel 2016 dell’appalto per la riqualificazione ambientale delle aree di cava Vecchie Fornaci, a Genova. Ad aggiudicarsi l’intervento da quasi 10 milioni di euro sono state il Consorzio stabile 3 Emme, la Intercostruzioni srl, la Macko srl e la Quadrio Gaetano costruzioni spa, riunite in un’associazione temporanea di imprese. Il sito doveva diventare uno dei depositi dello smarino del Terzo valico per il quale l’appalto prevedeva anche la realizzazione di strade e una galleria. La Giustiniana spa ha eseguito i lavori per conto del Consorzio stabile 3 Emme. L’impresa gaviese, secondo i magistrati, è proprietà della Fi.ge.co Srl di Genova riconducibile, a Marcello Lombardini. Anche in questo caso l’esito della gara d’appalto sarebbe stato turbato e quindi non regolare. Sulla galleria, in particolare, lo scorso anno era emerso che i dirigenti del Cociv avevano dissuaso dal partecipare alla gara, nonostante fossero state invitate, la Allara di Casale Monferrato e la Cave Marchisio di Toirano (Savona), quest’ultima riconducibile sempre a Lombardini, secondo gli inquirenti. Ettore Pagani e Giulio Frulloni suggerivano quindi a Marciano Ricci, titolare dell’impresa Europea 92, come presentare l’offerta e vincere quindi l’appalto. Frulloni nell’occasione si è fatto corrompere da Ricci, secondo la Procura, anche grazie all’”ausilio” di una prostituta.

Lombardini commenta: “Ho ricevuto l’avviso di garanzia ma non ho ancora nominato un legale. Posso solo dire che mi ritengo estraneo a quanto mi viene addebitato”.