Proseguono le indagini dei carabinieri per l’uccisione del purosangue del noto imprenditore Vittorio Garrone.

Il cavallo è stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco, mentre un secondo è stato ferito, probabilmente dalla stessa arma. L’episodio è avvenuto l’altra sera nella tenuta Basini di Arquata, tra Varinella e Vignole, ma quanto accaduto è stato scoperto soltanto ieri mattina da un dipendente dell’azienda. L’ipotesi più plausibile è quella di un bracconiere penetrato nella riserva della famiglia Garrone che potrebbe aver sparato, scambiando nel buio i due cavalli per prede selvatiche. Forse daini o cervi. Fatto sta che un cavallo del valore di svariate decine di migliaia di euro è stato ucciso con un colpo letale, verosimilmente sparato da chi sapeva dove colpire. Infatti un cacciatore esperto, nel momento in cui decide di sparare a un animale di grossa taglia come un cervo o un cinghiale, lo fa mirando verso l’arteria cardiaca. Però tutto è possibile. Anche che un proiettile vagante possa aver centrato un cavallo senza lasciargli scampo.

L’animale faceva parte di uno dei più importanti allevamenti di cavalli italiani presente sul territorio nazionale. La tenuta Basini fu creata nel 1989 dallo stesso Vittorio Garrone, figlio del fondatore della Erg, Riccardo, l’ex patron della Sampdoria.

La passione per i cavalli ha poi indotto Vittorio Garrone a creare, insieme al team “Wow”, un secondo allevamento di cavalli destinati alle gare di equitazione anche in Normandia, ma la tenuta Basini rimane quella più importante. Qui viene applicato il “metodo etico dolce per la crescita del cavallo” e gli esemplari addestrati sono ritenuti tra i migliori in assoluto.

“Nella zona dove sono stati colpiti i cavalli, sono presenti molti animali selvatici – spiega Vittorio Garrone – come daini, cinghiali, cervi e persino lupi. Inizialmente, poiché questo è il periodo degli amori, avevamo pensato a un’aggressione di qualche selvatico ma invece abbiamo trovato i segni di arma da fuoco. I cavalli benché feriti avevano ugualmente raggiunto il paddock per trascorrere la notte. Uno si è accasciato sulla recinzione morendo, mentre l’altro, rimasto ferito da un proiettile fuoriuscito, lo stiamo curando in azienda. Potrebbe essersi trattato di un solo proiettile vagante che avrebbe ferito il primo cavallo, per poi conficcarsi in un punto vitale nel secondo. Non è detto quindi che le pallottole esplose siano state due. Saranno quindi l’autopsia e le indagini dei carabinieri a fare luce su quanto realmente possa essere successo. Dobbiamo perciò capire se effettivamente si sia trattato di un incidente o di qualcosa d’altro”-.

Il cavallo morto è stato prelevato da una ditta specializzata e trasportato all’ospedale veterinario di Lodi dove sarà effettuata l’autopsia.