A rischio 58 posti di lavoro nelle strutture assistenziali di Novi e Gavi

0
3169
Alcune dipendenti della Rsa di Novi

 

“Non vorremmo seguire la stessa sorte dei nostri colleghi di Serravalle, per la maggior parte rimasti senza lavoro a causa della chiusura della loro struttura assistenziale. Vogliamo difendere il nostro posto, perché facciamo parte di una cooperativa seria che si distingue per l’assistenza totale agli anziani, come del resto tutti potrebbero verificare in qualsiasi momento”-.

Parlano le portavoci dei 58 dipendenti della coop Kcs che gestisce le Rsa di Novi e Gavi: 58 in totale. Rischiano di veder chiudere le strutture residenziali assistenziali e sottolineano: “Siamo stati avvisati solo l’altro giorno dai responsabili della cooperativa, secondo i quali sarebbero già pronte le prime lettere di licenziamento per mancanza di fondi, di rimborsi dovuti e probabilmente per qualcosa d’altro”-.

“Il problema è molto serio – ha spiegato la consigliera comunale di maggioranza, Dilva Manfredi – perché oltre a coinvolgere 58 lavoratori, mette a rischio la collocazione di 54 anziani, tra Novi e Gavi, con conseguente disagio anche per le famiglie. Le istituzioni dovranno intervenire, ciascuna per svolgere la propria parte”-.

Come si è arrivati a questa situazione, lo spiega la vicesindaco e assessore alle Politiche sociali, Felicia Broda: “Tutto è partito circa un anno e mezzo fa, in seguito a una serie di sopralluoghi eseguiti sulla Kcs, gestore delle Rsa di Novi, Gavi e Serravalle e sono state riscontrate sofferenze di carattere strutturale. Con la collaborazione dell’Asl, stiamo cercando di capire a chi competano le spese per le manutenzioni ordinarie e straordinarie. Poiché i lavori prescritti non sono stati effettuati, nel frattempo la Rsa di Serravalle ha chiuso. Ma teniamo conto che la commissione regionale, almeno per Novi, ha imposto il blocco per l’ingresso di nuovi ospiti, che da 20 sono ridotti a 14, senza quindi la possibilità di ospitarne altri. I problemi maggiori sarebbero su Gavi, poiché la struttura è vetusta, mentre a Novi sono state rilevate crepe sui muri. Sono stati infatti inseriti “vetrini rilevatori” che ci diranno se tali crepe siano profonde e pericolose oppure, come crediamo, solo superficiali”-.

La prossima settimana la vicesindaco avrà un incontro a Torino con i responsabili dell’assessorato alla Sanità, per fare il punto sulla situazione generale di Novi e Gavi.

“Sempre avvalendoci della collaborazione dell’Asl e dei responsabili della Kcs e dell’ispettorato del Lavoro – conclude Broda – confidiamo in una veloce soluzione del problema, salvaguardando i 58 posti di lavoro in bilico e l’ospitalità totale. Nel peggiore dei casi, gli anziani saranno ricollocati nelle strutture territoriali, come pure si cercherà di fare coi dipendenti, anche se non sarà facile. Farò leva sulla Regione affinché venga rimosso il blocco a Novi per l’ammissione di altri ospiti, sollecitando nuovi controlli”-.