Era il 29 maggio scorso: la giunta regionale annunciava in pompa magna alla Reggia di Venaria “un articolato programma di misure dal valore complessivo di 40 milioni di euro: è “Riparti Turismo”, il piano straordinario per rilanciare e sostenere il sistema turistico”. Ad annunciare urbi et orbi la pioggia di soldi che doveva servire ad aiutare il settore colpito dall’emergenza Covid, il presidente della Regione Alberto Cirio, il vicepresidente Fabio Carosso, e l’assessore al Turismo, Vittoria Poggio. Le cifre: “10.730.000 euro da distribuire come contributo a fondo perduto a seconda delle dimensioni e della classificazione, per consentire alle attività ricettive alberghiere e extralberghiere di sostenere i fabbisogni di liquidità relativi alle necessità di adeguamento delle strutture alle norme di sicurezza sanitaria e distanziamento sociale; il contributo va da 1.800 a oltre 9.000 euro per gli hotel, da 2.000 a 2.600 euro per case vacanze, ostelli e Cav residence, da 3.300 a 5.300 euro per campeggi e villaggi turistici, ed è di 1.300 euro per affittacamere, agriturismi, alloggi vacanze e country house, 650 euro per i bed & breakfast imprenditoriali”. Tutto perfetto e veloce, soprattutto, visto che doveva bastare un click per avere i soldi. Però, a sei mesi di distanza, gli agriturismi sono ancora a bocca asciutta.

La denuncia arriva dall’associazione agricola Cia. Molte di queste attività, segnala la Cia, ancora non hanno ricevuto il contributo previsto di 2.500 euro per le attività di ristorazione e di 1300 euro per le strutture ricettive.
“Il contributo – spiega il presidente regionale Gabriele Carenini -, che sarebbe dovuto arrivare in pochi giorni con un semplice click, questa è stata la solenne promessa della giunta regionale, si è invece perso nei meandri della burocrazia. A maggio è stata prima approvata la legge regionale Riparti Piemonte, poi è stato sottoscritto il protocollo su Riparti turismo siglato anche da Cia, ma per gli agriturismi è iniziata una vera e propria odissea. Abbiamo trasmesso più e più volte alla Regione l’elenco degli agriturismi che avrebbero avuto diritto ai bonus, ma gli uffici regionali hanno continuato a rinviare la questione di settimana in settimana. Ora il portale per la presentazione delle domande è chiuso e molti agriturismi sono rimasti esclusi. È una situazione inaccettabile. Chiediamo – conclude Carenini – che venga di nuovo concessa la possibilità di far domanda per il Bonus Piemonte a chi non è ancora riuscito a presentarla non per negligenza, ma a causa delle troppe “trappole” burocratiche, e che vengano inseriti una volta per tutte tra i beneficiari tutti gli agriturismi, ai quali dovranno essere pagate con celerità sia le richieste già presentate che quelle nuove”.
Ora è arrivato il secondo lockdown e la situazione si è ancora più aggravata.