Il 2020 è stato un anno davvero orribile, non vediamo l’ora di archiviarlo. Domani finalmente se va, ma diciamolo, non c’è molto da festeggiare.  Ci sarà comunque che avrà voglia di botti e fuochi d’artificio, uno spettacolo antico,  amato da alcuni, ma da sempre molto dannoso per la nostra salute, per l’ambiente e per gli animali.

Non servono troppe competenze scientifiche per capirlo. Le  polveri rilasciate nell’aria a seguito dell’esplosione pirotecnica sprigionano, piombo, bario, stronzio, potassio, ossido di carbonio,  rame, zinco tutti ben al disopra dei limiti consentiti in pochi minuti. Questi veleni si disperdono nel terreno e nei corsi d’acqua.  Non ci soffermeremo sui danni collaterali, come incendi, corse disperate negli ospedali per tentare di arginare ferite a volte insanabili.

Poi c’è l’inquinamento acustico, dannoso per noi, ma soprattutto per gli animali, sia per agli amici pelosi che accompagnano la nostra vita, sia per i selvatici.

Il solito bombardamento- spiegano dal Ciso, Centro italiano studi ornitologici –  farà scappare nel buio gli animali in  grado di volar via e li manderà molto probabilmente incontro a rischi gravi; quelli che non riusciranno a fuggire potranno subire traumi gravi e, talvolta, morire.  Tuttavia, gli effetti dei fuochi pirotecnici sulla fauna  vengono quasi sempre ignorati e sono generalmente poco noti al pubblico.  È opinione comune, infatti che gli animali selvatici vivano il più possibile lontano dall’uomo; in realtà sono molte le specie che, nei secoli, si sono adattate a vivere all’interno o nei pressi dei centri  urbani, dove trovano cibo e riparo dai predatori. Gli uccelli, in particolare, vedono nelle città importanti habitat di nidificazione e  svernamento. Giardini privati e pubblici accolgono numeri considerevoli  di passeri, fringuelli, merli, tortore dal collare, pettirossi, cince e  molte altre specie, che vi trascorrono le giornate o li utilizzano come dormitori. Qualunque rumore forte e improvviso, soprattutto durante le  ore notturne, può avere un forte impatto su questi animali. Una ricerca condotta con l’ausilio dei radar ha dimostrato che gli uccelli si involano in massa a seguito dell’esplosione di fuochi d’artificio, dirigendosi, nel cuore  della notte, a molti chilometri dai luoghi di riposo. Gli animali,  disorientati dal rumore, dalle luci e dal fumo, nel tentativo di fuggire consumano importanti energie e vanno incontro a forte stress, collisioni  con edifici, cavi e automobili e condizioni metereologiche inclementi;  tutti questi fattori possono causarne la morte o, nei  casi meno gravi, avere effetti duraturi sulla salute degli uccelli o  provocare la frammentazione degli stormi”.

Il Ciso, che da molti anni si occupa di ricerca ornitologica e conservazione della natura, chiede a tutti i Sindaci di prendere provvedimenti concreti per  contrastare questo grave fenomeno e, al contempo, proteggere la salute e la sicurezza dei cittadini, emanando ordinanze di limitazione o divieto  di accensione di fuochi pirotecnici in occasione del Capodanno.