Le famiglie che, inconsapevolmente, hanno versato i soldi delle rette dell’asilo nido di Arquata Scrivia alla responsabile della struttura comunale potrebbero essere chiamate a risarcire il Comune. Questo perché la donna, denunciata dagli amministratori comunali, ha trattenuto per sé questi soldi. Per lei l’accusa è peculato ma potrebbe scattare anche quella di truffa per essersi, secondo gli investigatori, allontanata dal posto di lavoro durante l’orario di servizio, tesi respinta dall’avvocato difensore Lorenzo Rapetti.

Il possibile coinvolgimento economico dei genitori dei bambini le cui rette non finivano nel bilancio comunale è uno dei quesiti che l’amministrazione comunale intende porre alla Corte dei conti in merito alla vicenda che da oltre un mese sta facendo discutere tutti ad Arquata Scrivia, dove l’asilo nido era ed è considerato un fiore all’occhiello.

“Siccome da questa vicenda – spiega il sindaco, Alberto Basso – sono emersi degli ammanchi ai danni del Comune, abbiamo deciso di interpellare la magistratura contabile per capire bene come muoverci. Le eventuali richieste ai genitori sono solo una delle ipotesi in campo. Per noi, in caso di eventuale condanna della responsabile, sarebbe corretto chiedere direttamente a lei questi soldi. Senz’altro, in caso di rinvio a giudizio, il Comune si costituirà parte civile contro la dipendente ma intanto attendiamo che la Corte dei conti ci dica cosa fare essendo anche una materia di carattere contabile”.

L’amministrazione comunale sta intanto organizzando il prossimo anno scolastico del nido, che sarà, come annunciato, regolarmente operativo. È stato deciso di comprendere, se le famiglie lo riterranno, anche i circa venti bambini in più loro malgrado coinvolti nella vicenda. La graduatoria sarà pubblicato sul sito del Comune a breve, nella massima trasparenza.

La donna di recente è stata ascoltata dai carabinieri. A breve la procura deciderà se richiedere misure cautelari nell’attesa dell’eventuale rinvio a giudizio.