La Regione sospenda i bandi per l’assunzione del nuovo personale previsto per le Aree protette dell’Appennino Piemontese. Lo chiede il Comune di Carrega Ligure dopo mesi di battaglia (sotterranea) con l’ente gestore del Parco regionale dell’Alta Val Borbera su due punti: la sede e l’uso dei futuri nuovi dipendenti. “Sono passati quasi otto mesi – dice il sindaco, Marco Guerrini, dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte della legge regionale che ha istituito il Parco Naturale Alta Val Borbera e l’Area contigua dell’Alta Val Borbera. L’istituzione di questa area protetta ha visto coinvolto positivamente la popolazione residente e non del Comune di Carrega Ligure, migliaia di persone che hanno sostenuto l’iniziativa via mail, numerosi operatori socio-economici e tanti esponenti politici locali. A partire dallo scorso aprile, subito dopo la pubblicazione della legge istitutiva, abbiamo cominciato a pensare, con impegno ed in modo più strutturato, al ruolo e alla presenza che l’ente avrebbe dovuto assumere per il territorio, comprendendo in quest’ultimo non solamente quello delimitato dai nostri confini comunali, ma considerando la Val Borbera tutta”. Secondo Guerrini e la sua amministrazione comunale, “per garantire un vero presidio del territorio, occorre prestare particolare attenzione ai temi della sede e del personale. Riguardo la sede abbiamo deciso di migliorare l’ufficio informativo dell’ente (che già ospitavamo all’interno dei nostri uffici comunali) e per fare ciò abbiamo destinato fondi pubblici per offrire un luogo più funzionale all’ente, alla popolazione e ai futuri fruitori.
Un onere che è stato preso in carico dal Comune, con rilevante sforzo proprio e fondi governativi e non dall’ente gestore, dal Settore Biodiversità ed aree naturali o dalla Regione che, al contrario, destinavano cospicui fondi per creare una nuova (ed ulteriore rispetto a quella esistente) sede a Bosio”. La Regione di recente ha dato l’ok a cinque nuove assunzioni per le Aree Protette dell’Appennino Piemontese: due guardiaparco, un istruttore tecnico, un istruttore amministrativo e un operaio. Questo in base anche all’istituzione del Parco di Carrega con i suoi otre 5 mila ettari, compresa l’area contigua. Personale che però l’attuale amministrazione dell’Appennino Piemontese vuole concentrare a Bosio, dove si sta allestendo la sede unica nell’ex asilo. Visti i tempi lunghi per l’insediamento del nuovo presidente e del nuovo consigli direttivo, dove Carrega avrà un suo rappresentante, Guerrini chiede “che le procedure assunzionali vengano congelate, senza ulteriore indugio, affinché le indicazioni fornite dai precedenti organi vengano ridiscusse e modificate da altre che siano rispondenti a criteri di efficacia, efficienza ed economicità; nel rispetto delle differenti realtà territoriali”. Un appello rivolto all’Assessore regionale ai parchi Fabio Carosso ma anche a politici, associazioni, operatori economici e gente comune “per fare in modo che il nostro appello venga ascoltato e si eviti di procedere in una direzione sbagliata che andrebbe a condizionare irrimediabilmente il futuro sviluppo del Parco Naturale Alta Val Borbera, della Val Borbera tutta e, di conseguenza, dell’intero comprensorio delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese”.
Se si andrà avanti con l’attuale posizione degli amministratori delle Aree protette, ricorda Guerrini “i nuovi dipendenti prenderanno servizio nella sede di Bosio. Da Bosio per raggiungere Carrega Ligure dovranno percorrere giornalmente 104,2 km (52,1 km considerando andata e ritorno) in un tempo indicato da Google Maps in 1h e 13 minuti (2 h e 26 considerando andata e ritorno). Quattro ore di lavoro effettive oppure pagate come straordinario. A tutto ciò si aggiunge il costo del consumo di carburante e l’usura dei mezzi. Quindi il territorio del Parco Naturale dell’Alta Val Borbera sarà abbandonato a se stesso, oppure si genererà un enorme spreco di denaro e risorse pubbliche”. L’appello degli amministratori di Carrega è di non gettare risorse al vento: “A giorni partiranno i lavori sul municipio di Carrega Ligure, per una sede che vorremmo come simbolo di presidio, motore di sviluppo per un territorio e con costi vicini allo zero. La responsabilità della scelta, verso una o l’altra soluzione, sta ancora una volta nella mani della politica: vanno fermati gli indirizzi per i bandi e cambiate le indicazioni”.