Seppure con un mese di ritardo rispetto all’annuncio del presidente Sergio Chiamparino del primo settembre, la giunta regionale ha approvato il disegno di legge (ddl) che prevede l’istituzione del Parco naturale dell’Alta Val Borbera. Ora l’iter prevede il passaggio in Commissione e in Consiglio regionale. Nella seduta di venerdì l’assessore Alberto Valmaggia, ha presentato il documento con il quale la Regione “intende recepire le istanze di molteplici amministrazioni comunali e locali che hanno richiesto di istituire sui territori appartenenti alla rete Natura 2000 nuove aree naturali protette o di allargare aree preesistenti, in taluni casi con il cambio di denominazione o il passaggio dallo status di riserva a quello di parco naturale”. Per la Provincia di Alessandria, il provvedimento comprende quindi, fra l’altro, “l’istituzione del Parco naturale Alta val Borbera e della relativa area contigua di Carrega Ligure”, come recita il provvedimento, che sarà a breve pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione.

L'assessore regionale Alberto Valmaggia
L’assessore regionale Alberto Valmaggia

È il primo passaggio ufficiale dell’iter e la speranza per i sostenitori del Parco, Comune e Aree protette dell’Appennino Piemontese in primis, è che tutto si concluda entro la fine dell’anno per avere le carte in regola dal primo gennaio 2019. Tutto dipenderà dagli eventuali ostacoli in Consiglio regionale, visto che Federcaccia, per esempio, ha già reso nota la sua ostilità anche se, almeno a parole, tutte le forze politiche si sono dette favorevoli alla nuova area protetta, che prevede anche un’area di pre-parco dove i residenti di Carrega potranno andare a caccia. Marco Guerrini, sindaco di Carrega, dice: “Apprendiamo con soddisfazione la notizia dell’ok da parte della giunta. Aspettiamo di leggere il testo del ddl e che la discussione dello stesso cominci in commissione ambiente. Come amministrazione comunale siamo sempre disponibili al confronto”. Obiettivo del Parco è fermare lo spopolamento del territorio attraverso i fondi europei previsti per i parchi e regolare la presenza di cinghiali e caprioli attraverso gli efficaci piani di contenimento attuati nelle aree protette, come avviene nel Parco Capanne.