I sindacati tornano a mostrare insoddisfazione per l’andamento della Pernigotti, l’azienda dolciaria “principe” che identifica Novi in tutto il mondo, acquistata oltre 5 anni fa dai fratelli turchi Toksoz dal Gruppo Averna.
I rapporti coi sindacati non sono stati mai idilliaci, ma questa volta il tono usato dai rappresentanti dei lavoratori è perentorio: “pretendiamo il confronto diretto con la proprietà e non coi loro emissari dalla Turchia o coi dirigenti italiani”-.
Marco Malpassi, segretario provinciale della Flai – Cgil fa i conti all’azienda e traccia un breve resoconto, sulla scorta delle preoccupazioni dei lavoratori (circa 40 in stabilimento oltre un centinaio tra amministrazione e settore commerciale). Eppure un sia pur piccolo cambiamento è avvenuto proprio in questi giorni, con la ricollocazione dei magazzini, da Parma ai depositi della FM Logistic di Capriata d’Orba. Un ritorno sul territorio, quindi, dopo il clamoroso trasferimento avvenuto meno di 4 anni fa, degli storici magazzini novesi sulla Provinciale Novi – Serravalle, appunto a Parma. Ma il ritorno, comunque, investe una forza lavoro esternalizzata già esistente e ciò non soddisfa i sindacati.
“La posizione della Pernigotti – spiega Malpassi – indipendentemente dal magazzinaggio, è di un’azienda che ha avuto negli ultimi 5 anni e mezzo risultati molto negativi dal punto di vista economico e ha cambiato ben 4 amministratori delegati. Dopo le dimissioni di Bernardini poco prima delle ferie estive, ora la Pernigotti si ritrova senza Ad. E noi, senza una figura con la quale confrontarci. Sappiamo solo che l’azienda perde ogni anno milioni di euro di fatturato. Non ci sono stati investimenti sugli impianti ma solo sul marketing e, come se ciò non bastasse, negli ultimi tempi non hanno più assunto operai stagionali ma solo interinali inviati dalle agenzie di lavoro. Siamo quindi in presenza di uno stabilimento vecchio e non sappiamo fino a quando continuerà a produrre, visto che le linee più importanti sono all’estero”-.
Al momento da parte delle istituzioni politiche locali c’è silenzio. Pertanto i sindacati unitari hanno scritto all’azienda, chiedendo urgentemente un incontro con la proprietà. “Ma vogliamo dialogare almeno con uno dei fratelli Toksoz – conclude Malpassi – visto che da quando hanno acquisito la proprietà non si sono mai fatti vedere. Se ciò non accadrà attueremo tutte le misure sindacali per una forte protesta”-.