Ridurre la popolazione dei cinghiali fornendo anche un puntuale aggiornamento dei risultati raggiunti da tutti gli Enti coinvolti con un’azione coordinata in ogni provincia. E’ questo l’obiettivo al quale si deve puntare, secondo il presidente Mauro Bianco e il direttore Roberto Rampazzo di Coldiretti Alessandria.

La Giunta regionale ha recepito la sentenza della Corte Costituzionale n. 21 del 14 gennaio 2021, nella quale si integrano le figure che possono essere impiegate nell’attuazione dei piani di abbattimento. “Un passo avanti che, parallelamente, deve vedere anche un lavoro di monitoraggio e verifica – dicono Bianco e Rampazzo – affinché ci sia una effettiva applicazione da parte di tutte le amministrazioni provinciali dei piani di contenimento dei cinghiali, attraverso il coinvolgimento oltre che dei proprietari o conduttori di fondi, anche dei nuovi soggetti individuati dalla Giunta regionale”.

“Sicuramente un’altra necessità fondamentale ora è quella di potenziare, anche attraverso lo stanziamento di adeguate risorse e tramite il superamento regionale del blocco delle assunzioni di guardie in servizio presso le Province, il numero di guardie venatorie così da permettere un’efficace azione di intervento e coordinamento – aggiungono -. Per cui serve una regia chiara a livello regionale, affinché gli enti provinciali agiscano davvero e fin da subito in modo comune verso l’obiettivo che è e resta quello del contenimento dei numeri vista ormai la situazione di saturazione in cui siamo, fornendo anche un puntuale e frequente aggiornamento rispetto ai risultati raggiunti da tutti gli Enti coinvolti. Ricordiamo che ridurre la popolazione dei cinghiali è la priorità rispetto anche alla diffusione del virus della Peste suina africana che rappresenta un elevato rischio per il nostro patrimonio suinicolo e per l’intera filiera collegata. E’ urgente, dunque, un approccio integrato che possa risolvere la questione concretamente poiché la situazione è insostenibile per le nostre imprese e per la sicurezza dei cittadini e sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vaste aree territoriali, anche in zone ad elevato pregio naturalistico”.