Sospeso per sette giorni dal lavoro dopo aver reso note ai giornali le spese per consulenze e le ingenti liquidazioni degli ex dirigenti: Stefano Aztori, dipendente e sindacalista del Cit per il sindacato Faisa Cisal, ha subito un pesante provvedimento disciplinare dal consorzio di trasporti novese, in grave crisi da anni. La scorsa settimana aveva rilasciato a Giornale7.it alcune dichiarazioni nelle quali citava una fattura da circa 7 mila euro arrivata al Cit da parte di Stefania Gambacorta, nominata consulente lo scorso anno dall’allora presidente Francesco Bonvini nonostante nel suo curriculum fosse presente un patteggiamento a due anni e dieci mesi per il suo ruolo di amministratrice unica di un’azienda finita in bancarotta, la Ila di Portoscuso, Sardegna. “Non si sa – aveva detto il sindacalista – se questa somma sia stata pagata a questa persona, fatto sta che la fattura è agli atti”. Aveva poi, tra l’altro, ricordato la maxi liquidazione assegnata dall’ex direttore Giovanni Collareta: per pagare l’ingente somma, aveva detto Atzori, “il Cit ha utilizzato l’incasso per la sede di via Garibaldi, ceduta per 220 mila euro”.

Stefano Atzori

Dichiarazioni che hanno spinto l’amministratore unico del Cit, Silvio Mazzarello, a procedere contro Atzori, contestandogli “toni allusivi e denigratori. Dalle sua dichiarazioni si evince uno spregio per l’organizzazione gerarchica aziendale rappresentata dai suoi diretti superiori”. L’aver inoltre rilasciato dichiarazioni ai mezzi di informazione, secondo Mazzarello, denota una assoluta “trascuranza del principio di correttezza del rapporto di lavoro”. Da qui la sospensione dal lavoro e dallo stipendio per sette giorni. “Rilevo – dice Atzori – che non mi è stata contestata la veridicità di quanto ho dichiarato sulla consulenze e la buonuscita dell’ex direttore. Oltretutto, in parte erano questioni da me sollevate pubblicamente già anni fa”. A sostegno di Atzoti interviene Luca Tropiano segretario provinciale della Faisa Cisal: “Il nostro sindacato ha già dato mandato ai legali di procedere contro il Cit per chiedere al giudice di annullare la sanzione e di risarcire il dipendente e sindacalista. Ricordo che ogni cittadino ha diritto di segnalare le criticità nella gestione di un’azienda pubblica, pagata con soldi pubblici. I soldi previsti per la consulenza e per l’ex direttore sono stati pagati dai cittadini, per cui non deve esserci alcun segreto”. Mazzarello da parte sua dice: “Non entro nel merito delle dichiarazioni del dipendente. La sospensione deriva dal suo comportamento sprezzante verso l’azienda”.