Cit sotto il fuoco incrociato degli utenti. Dipendenti sul piede di guerra

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Utenti Cit in assemblea per protestare contro i disservizi dei trasporti

Una folta partecipazione ha caratterizzato ieri sera l’assemblea pubblica organizzata dal Cit, per spiegare ai cittadini i recenti problemi venutisi a creare con l’istituzione dell’orario autunnale – invernale.

Hanno partecipato molti utenti novesi e dei Comuni associati al consorzio intercomunale dei trasporti, una delegazione degli autisti e i dirigenti del Cit: il presidente Giuseppe Licata, il direttore Alberto Moretto e la consigliera del Cda Elena Nano. Unico assente, il consigliere anziano Paolo Moncalvo.

Da sin. Elena Nano, Alberto Moretto e Giuseppe Licata

Ha subito preso la parola Licata che, dopo aver spiegato i motivi dell’incontro, ha evidenziato le necessità di una ristrutturazione aziendale, peraltro avviata da anni. Tra i problemi chiamati in causa, a giustificazione dei disservizi segnalati, ci sono: “la mancanza di personale, poiché due autisti sono andati in pensione e un altro è prossimo. In questo momento però è impossibile procedere ad assunzioni. Il mio compito, iniziato nel novembre 2016, ha soprattutto quello di ristrutturare l’azienda e portarla ai livelli degli precedenti e portarla verso utili entro il 2020 con un significativo riequilibrio finanziario. Già nel 2017, ed ancora nel corso di quest’anno, sono state prese decisioni non facili e fortemente innovative per l’organizzazione aziendale tanto che oggi è quasi pronto un Piano di riequilibrio che ha appunto l’obiettivo di portare l’azienda al pareggio di bilancio nel 2020”-.

I lavoratori del Cit sono intervenuti attaccando la gestione e puntando il dito contro la gestione degli orari e dei turni, “stanchi di fare da parafulmine davanti agli utenti insoddisfatti dei servizi”-. Lo stesso Licata li ha inviatati a una prossima assemblea aziendale, ritenendo l’incontro più rivolto verso l’utenza che non su questioni di lavoro. Per cui, permane l’incertezza tra gli autisti che ancora non conoscono il loro futuro, in vista del bando di gara per la partnership del prossimo anno che prelude all’ingresso di una società privata (nel Cit) e sulla gestione del servizio pubblico. Se non si stabilirà, infatti, una cordata, sarà quasi impossibile gareggiare contro colossi del trasporto. Insomma, Novi rischierebbe di perdere dopo 40 anni il servizio sul territorio al quale sono associati 17 Comuni.

Ha preso la parola Roberto Rossi, ex consigliere del Cit  durante passate amministrazioni che ha difeso l’operato dei predecessori  che avevano veicolato l’azienda verso azioni produttive come il parcheggio pubblico, le onoranze funebri e il servizio turismo. Tutte attività del Cit, il cui futuro è sempre incerto. Saranno vendute, rimarranno o passeranno mano a un’altra società anche parzialmente?

La parola è poi passata ai cittadini, sia dei quartieri (Lodolino, Via Crispi, G3 e Pieve) i quali hanno protestato vivamente, ponendo in risalto le nuove deviazioni delle corse che spesso lasciano appiedati l’utenza. Lungi tragitti e anche problemi di sicurezza, specialmente per gli abitanti della zona Pieve. In questo caso manca l’autobus del tardo pomeriggio che costringe i viaggiatori a sostare a lungo alla stazione e il Movicentro, è notorio, non è una zona particolarmente sicura per le sue frequentazioni.  Anche gli studenti (bus all’uscita carenti) e i pendolari lamentano scarsità di coincidenze. La direzione del Cit si è detta più che possibilista nel ripristinare, per chi viaggia da Novi ad Arquata e viceversa, l’autobus delle 18,30 da Novi. Un altro aspetto da non sottovalutare è quello che riguarda i passeggeri che non pagano il biglietto. In quest’ultima situazione, Licata ha ribadito di aver formato alcuni dipendenti sottoutilizzati tramite il Comando della Polizia municipale come controllori. Ma al momento questo servizio non sembra essere partito.

Al termine dell’assemblea e dopo aver raccolto le proteste, i dirigenti del Cit si sono dichiarati disponibili a prendere in esame le proposte sulle linee e sulle fermate. Si vedrà.