Da Roma a Capriata per dire no all’olio di palma

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CAPRIATA D’ORBA. La protesta globale di Greenpeace contro l’olio di palma non sostenibile martedì 4 dicembre a sorpresa ha occupato l’ingresso dello stabilimento Mondelez ex Saiwa a Capriata d’Orba. Venti attivisti si sono incatenati ai cancelli, impedendo ai camion di entrare nella sede produttiva. “Basta olio di palma che distrugge le foreste”. “Non siamo – ha detto la responsabile della campagna per le Foreste, Martina Borghi da Roma -contro i prodotti e i lavoratori Mondelez, né contro l’olio di palma sostenibile, ma siamo contro le multinazionali che come Mondelez utilizzano l’olio di palma, derivante dalla deforestazione”.

Una recente indagine di Greenpeace ha rivelato che fornitori di Mondelēz sarebbero responsabili della distruzione di oltre 70 mila ettari di foresta pluviale nel Sud-Est Asiatico, sfruttando il lavoro minorile. “Abbiamo chiesto di eliminare questi produttori dalla lista dei fornitori entro il 2020, ma la richiesta non è stata accolta”. “Oltre alla crisi climatica globale dovuta all’incendio delle foreste – fa sapere Giulia Perdichizzi – in Indonesia la distruzione comporta la sparizione dell’habitat di animali rari come l’orango”. Un finto orango sulla cenere tra bidoni di olio e snack ha colorato il presidio.

Non si è fermato dopo il messaggio, fatto avere dalla multinazionale ai manifestanti, attraverso la direttrice della sede di Capriata, Gabriella La Porta: “Mondelez International è impegnata ad eliminare la deforestazione nella fornitura di olio di palma e sta lavorando attivamente con i propri fornitori per garantire che sia completamente tracciabile”. Il messaggio mette in chiaro che “dal 2013 l’olio di palma utilizzato è al 100 per cento sostenibile e dal 2017 è al 96 per cento tracciabile fino al frantoio. Il consumo totale di Mondelez rappresenta lo 0,5 per cento circa del consumo globale di olio di palma”.