Eolico monte Giarolo: “Finora dalla Regione nessuna proposta concreta”

Il comitato 4P fa il punto sul progetto da 20 torri. A novembre, a San Sebastiano Curone, gli assessori regionali avevano ribadito la loro opposizione decisa alla devastante proposta che interesserà il crinale tra Val Borbera e Val Curone.

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L'assessore regionale Enrico Bussalino a San Sebastiano Curone lo scorso novembre

Questo progetto sarà un disastro per 50 Comuni: dalla Regione arriverà un no convinto”. Così si era espresso l’assessore regionale Enrico Bussalino, insieme ai colleghi Matteo Marnati e Federico Riboldi,a novembre a San Sebastiano Curone durante l’assemblea sulle sulle 20 turbine eoliche previste nel progetto “Monte Giarolo”, alte 200 metri, tra Albera, Cabella e Fabbrica Curone. Sono trascorsi circa due mesi senza alcun atto da parte dell’amministrazione regionale e il Comitato per il territorio delle 4 province (4p) fa il punto in vista della scadenza del 15 gennaio, termine ultimo per presentare le ulteriori osservazioni al progetto. “La giunta regionale – scrive il comitato – non ha ancora fatto conoscere proposte concrete e specifiche sulla nuova legge che dovrà definire le aree non idonee all’installazione di impianti di energia rinnovabile né è dato sapere se questa volta esprimerà un deciso parere negativo al progetto“.

Il comitato ha letto i “nuovi” documenti depositati dalla società proponente, la 15 Più energia di Brescia: “Nessuno tra i nodi cruciali è stato sciolto. Qualche esempio: il Comune di Fabbrica ha contestato la scelta di collocare le pale degli aerogeneratori entro la zona di vincolo di 50 metri per lato dalla linea di crinale, e la 15 Più se la cava
rispondendo: “Un ulteriore allontanamento dal crinale comprometterebbe completamente la produzione dell’impianto” e “la distanza va valutata dalla torre non anche dalle pale, come chiesto in una riunione presso la Regione Piemonte” (ma non indica quando e in che forma la Regione si sia espressa).
L’assemblea di novembre a San Sebastiano Curone
Per tutelare l’avifauna otto delle venti macchine dovrebbero essere escluse dal progetto, così stabilisce il parere vincolante dell’ente regionale che gestisce il sito Natura 200 tra Ebro e Chiappo, ma la 15 Più non accetta neppure questa prescrizione – che a nostro avviso non sarebbe comunque sufficiente a rendere accettabile un impianto che in nessuna forma e dimensione potrebbe inserirsi nel contesto ambientale e paesaggistico dei nostri crinali appenninici – proponendo invece “l’installazione su tutti gli aerogeneratori di sistemi automatici di rilevamento, allerta e blocco che possono garantire il fermo pale solo per periodi strettamente necessari”, benché secondo l’Unione Europea la reale efficacia di simili misure, che “non sono ancora accettate come metodi normali o di buona pratica” sia dubbia”.
Il comitato rileva inoltre: “Raddoppiano le dimensioni della sottostazione elettrica, da costruire a poche centinaia di metri dalla simbolica chiesa dei Santi Fortunato e Matteo tra Vendersi e Pallavicino, su un terreno individuato, si legge “nel tentativo di evitare le aree assoggettate dai vincoli (geologici) presenti in zona”, ma compreso comunque in un’area che il piano regolatore classifica tra quelle inidonee a nuovi insediamenti perché “dissestate, in frana, potenzialmente dissestabili”, scelta invocando l’eccezione della legge urbanistica piemontese per le “opere infrastrutturali di interesse pubblico non altrimenti localizzabili””.
Non solo: la 15 Più annuncia che a Momperone sarà cancellato il deposito di 117
ettari di terre da scavo in esubero, perché nel “nuovo” progetto è prevista una riduzione da
650.000 a 310.000 metri cubi del loro volume, ottenuta modificando la larghezza media dello stradone di 23 km sui monti, che scenderebbe “a 4 metri invece che i 7 metri precedentemente previsti”. La danese Vestas, che costruisce gli aerogeneratori scelti da 15 Più, prescrive però che “la larghezza utile per assicurare un trasporto sicuro deve essere di 5 metri su tratti rettilinei e di grande raggio nei tratti di svolta”. Quindi il trasporto degli
aerogeneratori non avverrebbe in sicurezza?“.
C’è poi il capitolo su San Sebastiano Curone: “In 30 pagine di elaborato si illustra la “
proposta di risoluzione delle interferenze di cantiere” a San Sebastiano e nei dintorni.
Il Comune, nettamente contrario al progetto, ha reso consultabile quel testo sul suo sito
mettendosi a disposizione dei cittadini per replicare. Le soluzioni immaginate dai progettisti sono del tutto improbabili, e la durata dei lavori passerebbe da 3 a 4 anni, un periodo durante il quale la viabilità dell’intera val Curone sarebbe sconvolta, compromettendo non solo l’economia ma anche e soprattutto il regolare funzionamento di servizi essenziali quali sanità, trasporti, istruzione.
La chiesa di San Sebastiano Curone
I ricoverati nella RSA resterebbero isolati e disturbati dal cantiere , la guardia medica diventerebbe difficilmente accessibile così come la farmacia che rischierebbe di non avere regolare fornitura di farmaci. Le ambulanze e l’elisoccorso avrebbero per anni serie difficoltà ad assicurare un pronto intervento. I lavori sulle strade della valle creerebbero enormi difficoltà per il funzionamento delle scuole del comprensorio e per gli studenti delle superiori che devono raggiungere Tortona e Voghera”.
La società proponente, sottolinea il comitato, “non desiste, sembra decisa ad andare avanti. Possibile che pensi di avere la meglio contro una intera comunità che si è ritrovata unita intorno alla tutela delle proprie montagne e del proprio territorio e che, in modo
consapevole e informato, si è detta contraria al loro stravolgimento? Purtroppo sì,
è possibile, i giochi sono ancora tutti aperti, non bastano le generiche dichiarazioni degli amministratori regionali. Molti degli attori in gioco tacciono, e c’è da sperare che si tratti di un “silenzio operoso” e non invece, a seconda dei casi, di un atteggiamento attendista, illuso o rassegnato. Per parte nostra, produrremo osservazioni rigorose e puntuali, perché far sentire la propria voce è essenziale, e può fare la differenza“.