“Il presidente del Consorzio servizi rifiuti (Csr) Angelo Ravera ha dichiarato: “A questo punto direi che sia evidente: il termovalorizzatore si farà sul nostro territorio”. Di evidente c’è solo una classe politica sorda alle necessità ambientali e pronta a percorrere la strada che apparentemente sembra più semplice. Il Consorzio Rifiuti Novese ed il suo presidente devono fare un passo indietro perché la pianificazione dei termovalizzatori non spetta a loro”. Lo sostengono Michela Sericano Legambiente Ovadese Valli Orba e Stura) e Francesco Saverio Fera (Legambiente Val Lemme) a proposito delle nuove dichiarazioni a favore dell’impianto di incenerimento dei rifiuti voluto a Novi Ligure dall’amministrazione di centrodestra e avallato dalla Regione. “Inoltre – proseguono – il Piemonte non ha bisogno di nuovi impianti di incenerimento: una Regione ampiamente inadempiente alle norme europee, nazionali e allo stesso piano regionale, non può basare sulle proprie inefficienze nuove progettualità impiantistiche per lo smaltimento, né può accollarsi le esigenze liguri. Il Basso Piemonte non può essere perennemente al servizio della Liguria! E soprattutto non è accogliendo rifiuti da fuori regione che migliorerà la situazione ambientale novese”. Legambiente Piemonte ha di recente ricordato che “con i progetti ad oggi avanzati si andrebbe verso un sovradimensionamento impiantistico importante, a tutto discapito di una gestione sostenibile dei rifiuti e del percorso di economia circolare che l’Europa ci chiede”.

L'inceneritore del Gerbido, a Torino (foto dal sito dell'Arpa)
L’inceneritore del Gerbido, a Torino (foto dal sito dell’Arpa)

L’associazione regionale ribadisce che “la programmazione impiantistica è in capo alla Regione e ricordiamo come a oggi siano presenti sul territorio piemontese almeno 3 progetti in differente stato di avanzamento per altrettanti nuovi impianti di incenerimento con valorizzazione energetica: l’impianto proposta da A2A a Cavaglià in provincia di Biella (280.000 tonn/anno); l’impianto proposto e presentato alle amministrazioni locali la scorsa settimana da SMAT per la valorizzazione energetica dei fanghi da depurazione a Settimo Torinese (100.000 tonn /anno); l’impianto a cui spesso l’amministrazione regionale ha fatto riferimento da creare nel sud della regione, con ogni probabilità a Novi Ligure. Si va verso un sovradimensionamento impiantistico impressionante in una Regione che non solo non rispetta le direttive nazionali sulla gestione rifiuti, ma che nemmeno rispetta gli obiettivi auto-imposti dal piano regionale al 2020 (474 kg/abitante e 64% di raccolta differenziata contro i target dei 465 kg/abitante e il 65% di RD). Se solo si rispettassero gli obiettivi (modesti) fissati dal piano vigente al 2025 (425 kg e 70% di RD in ogni ATO) il Piemonte avrebbe una necessità di smaltimento pari a 545.000 tonn/anno di RSU, ampiamente coperta dall’impianto del Gerbido (che nel 2021 ha bruciato 560.000 tonnellate di rifiuti). Obiettivi che – prosegue l’associazione -, come affermato al nostro Ecoforum 2021 da funzionari regionali, saranno rivisti e resi decisamente ambiziosi dalla nuova pianificazione, sia in tema di raccolta differenziata che in tema di riduzione”.