La lettura di un frammento non contestualizzato del Manifesto di Ventotene, letto mercoledì scorso alla Camera da Giorgia Meloni, ha scatenato tante polemiche ma, più che provocatorio, quello di Meloni è stato probabilmente un tentativo, riuscito, per distogliere l’opinione pubblica dalle crescenti divergenze sulla politica estera nel suo governo, un atto che palesa immensa furbizia o gravissima malafede o peggio, un’enorme ignoranza. Più che rappresentare l’Italia, la Meloni ancora una volta, dimostra di essere ancorata al ruolo di leader della destra.
Ma cosa veramente c’è scritto nel documento Per un’Europa libera e unita – Progetto di un manifesto, noto come il Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 dagli antifascisti Altiero Spinelli e Ernesto Rossi mentre erano al confino sull’isola del mar Tirreno in quanto oppositori del regime fascista e, pubblicato nel 1944 da Eugenio Colorni, che ne scrisse la prefazione, ammazzato lo stesso anno dai fascisti. Quando iniziò a circolare, ilManifesto, fu contestato dai comunisti e dai socialisti, perché considerava i primi emanazione dell’Unione Sovietica, e i secondi non all’altezza della rivoluzione socialista per abbattere le dittature che avevano trascinato l’Europa in guerra, frase che Meloni non ha capito, o ha fatto finta di non capire.
Del contenuto del Manifesto ne parlerà domani, 22 marzo alle 18.00, alla Libreria Mondadori di Novi Ligure in via Girardengo 37, Federico Fornaro, storico e parlamentare che in questi giorni è stato tra i protagonisti del confronto in aula con la presidente del Consiglio.
Il Manifesto, considerato uno degli scritti fondamentali dell’europeismo moderno che ha posto le basi dell’Europa unita, fu redatto con contributi di Colorni e di altri antifascisti non comunisti in un momento in cui quasi tutta l’Europa continentale era occupata dalla Germania nazista, neppure Spinelli e Rossi erano comunisti, ma esponenti della sinistra antifascista critica verso lo stalinismo e l’Unione Sovietica. Anche la Meloni spiega di non essere antifascista ma, anti anti fascista, una lettura che si presta a due interpretazioni: Giorgia sarà doppiamente antifascista o contro l’antifascismo? Francamente, chi se ne frega…
Il libro: Al di là dello scontro parlamentare, le reazioni scatenate dalle parole di Meloni dimostrano ancora una volta quanto il Manifesto di Ventotene sia più attuale che mai. Delineando una visione chiara di come dovrebbe essere un’Europa Federale, il testo resta uno strumento utile per capire le diverse posizioni che oggi si confrontano sul futuro dell’Europa: federalisti, confederalisti e nazionalisti. Nel 2024, a distanza di ottant’anni dalla prima diffusione a stampa, la casa editrice Epoké ha pubblicato una nuova edizione del Manifesto, con saggi e approfondimenti che aiutano a collocarlo nel dibattito contemporaneo. Un libro per capire, discutere e andare oltre le letture semplificate grazie ai contributi di Alberto Giordano, Mario Leone e Simone Tedeschi.
L’intervento di Mario Leone, direttore dell’Istituto Altiero Spinelli, ripercorre la genesi del Manifesto e analizza il grande impatto che ha avuto sul pensiero politico del Novecento. Alberto Giordano, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Genova, approfondisce invece l’attualità del Manifesto mettendo bene in luce come l’opera di Rossi e Spinelli si intrecci al dibattito pubblico attuale sul futuro delle istituzioni europee.