Impossibile conoscere i costi della demolizione delle migliaia di conci fatti costruire per il tunnel principale del Terzo valico dei Giovi, 27 chilometri da Arquata Scrivia a Genova sotto l’Appennino. A fine agosto è emerso che questi blocchi di cemento necessari alla costruzione della galleria attraverso l’uso delle talpe meccaniche sono inviati da tempo in due centri di demolizione a Castellazzo Bormida e Rocca Grimalda. Il motivo va ricercato nell’impossibilità di utilizzarli dopo che le talpe meccaniche sono rimaste incastrate a causa delle rocce troppo friabili non previste dai geologi del consorzio. L’appalto era stato affidato dal Cociv alla Spi di Cremona, incaricata di realizzare 2500 anelli, composti da 8 conci ciascuno, prodotti a Castelletto Monferrato e Carrosio. Dopo il blocco della prima talpa nel 2022, lo scorso anno è stata fermata anche la seconda ma la SPi ha comunque concluso l’appalto producendo i conci ordinati dal Cociv per una spesa totale di 30 milioni di euro. L’impresa lombarda ha fatto sapere che su 2500 anelli prodotti, 1300 sono destinati al centri di demolizione. In totale, oltre 10 mila conci depositati dalla Spi a Novi Ligure, in zona Cipian. Venerdì scorso, ad Alessandria, al commissario straordinario del Terzo valico, Calogero Mauceri, i giornalisti hanno chiesto quanto sta costando la demolizione dei conci. “E’ una questione contrattuale interna tra il Cociv e l’impresa costruttrice dei conci”, ha risposto, dimenticandosi di dire che i blocchi di cemento sono pagati con soldi pubblici come tutto il Terzo valico. Risposta simile anche in un’intervista a La Stampa. La domanda: Quanto è costato produrre i conci e quanto costerà smaltirli? La risposta: “La prefabbricazione degli anelli per il rivestimento definitivo della galleria con scavo meccanizzato avviene usualmente con largo anticipo rispetto allo scavo in quanto i conci devono poter avere i necessari tempi di maturazione ed essere pronti quando si esegue la fase di scavo. Alla data della prima interruzione della TBM Pari, nel luglio 2022, la produzione era sostanzialmente ultimata. In seguito, il Cociv ha effettuato alcuni tentativi di ripartenza della fresa Dispari mediante modifica e con utilizzo di conci rinforzati ma anche questi interventi non hanno consentito di procedere e pertanto a settembre 2023 il Cociv ha deciso di passare alla modalità di scavo in tradizionale. I conci prefabbricati non utilizzabili rappresentano circa l’8% della produzione totale di anelli eseguita per il Terzo Valico. Il materiale demolito andrà presso impianti di recupero”. Nessuna indicazione dei costi neppure in questo caso. I conci da Novi Ligure vengono trasportati ai due siti di smaltimento via camion con decine di viaggi ogni giorno. Lo smaltimento è stato avviato ad agosto e, secondo la Spi, si dovrebbe concludere a ottobre.
Migliaia di conci del Terzo valico demoliti: Mauceri tace sui costi per le casse pubbliche
Il commissario straordinario della Grande opera non fornisce i dati sulla spesa per demolire le migliaia di blocchi di cemento inutilizzabili nel tunnel appenninico.