(foto da Facebook)

Il gruppo Toksoz cerca di contrastare la pioggia di critiche che gli è piovuta addosso dopo l’assenza al tavolo di crisi della Pernigotti, stamattina a Roma. Dal governo con il ministro Di Maio ai sindacati, passando per la Regione e per i parlamentari, tutti hanno evidenziato che al tavolo non c’erano i titolari turchi della fabbrica novese ma solo i loro rappresentanti, che si sono limitati a ribadire la posizione dell’azienda, cioè la volontà di chiudere lo stabilimento dei gianduiotti. L’ufficio stampa dell’azienda poco fa ha inviato un secondo comunicato dopo quello post incontro, nel quale sottolinea come “all’incontro erano presenti sia il direttore finanziario che il direttore delle Risorse Umane di Pernigotti, assistiti dai consulenti legali dell’azienda”, ribadendo ancora i motivi della scelta di fermare la produzione per esternalizzarla altrove, cioè “l’eccessiva incidenza dei costi di produzione rispetto all’andamento delle vendite”. Il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, rincara la dose: “L’incontro ha dimostrato la mancanza di rispetto del gruppo Toksoz nei confronti dei partecipanti al tavolo, atteggiamento peraltro in linea con quello tenuto in tutti questi anni. La proprietà, infatti, non era presente se non con dei rappresentanti.

Rocchino Muliere

Il fatto positivo, invece, è l’unità di intenti delle istituzioni, manifestata anche questa mattina, e delle forze politiche, già emersa in occasione del recente Consiglio Comunale aperto. Il ministro Luigi Di Maio ha affermato con molta chiarezza che non si può dividere il marchio Pernigotti dalla produzione sul territorio e ha annunciato la volontà del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di incontrare personalmente gli attuali proprietari dell’azienda dolciaria. L’intenzione – prosegue Muliere -, ribadita al tavolo, di cessare l’attività dello stabilimento novese ed esternalizzare la produzione è stata bocciata da tutti. Nel contempo è stato proposto di procedere alla cassa integrazione per ristrutturazione aziendale, cosa che fornirebbe maggiori tutele per i lavoratori e più tempo per perseguire un vero rilancio dell’azienda. Aspettiamo, quindi, con fiducia l’incontro tra il Presidente Conte e la proprietà. Nel frattempo, insieme alle organizzazioni sindacali, metteremo in atto ogni iniziativa possibile per difendere i lavoratori e per gridare con forza che non può esistere il marchio Pernigotti senza la città di Novi ed il suo stabilimento. Vorrei ringraziare – conclude Muliere – i lavoratori presenti oggi davanti al Ministero per difendere con orgoglio il posto di lavoro, lo stabilimento e il marchio della loro azienda”.

La senatrice Susy Matrisciano

Siamo molto soddisfatte per la disponibilità dimostrata dal governo nel garantire la tutela dei diritti delle persone interessate da quanto sta accadendo alla Pernigotti di Novi Ligure. Seguiamo da vicino gli sviluppi. Questa mattina c’è stato un incontro dei lavoratori con il ministro Di Maio al quale abbiamo partecipato in rappresentanza dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle”. Così in una nota la senatrice Susy Matrisciano e la deputata Jessica Costanzo del MoVimento 5 Stelle.
Il presidente Conte convocherà la proprietà turca della Pernigotti. Siamo determinati a fare tutto quanto è in nostro potere per scongiurare la cessazione dell’attività e stimolare la reindustrializzazione. L’obiettivo del governo è garantire ai dipendenti di poter continuare a lavorare, rivedendo anche i termini con i quali verrà concessa la cassa integrazione”, concludono.