Per l’ex confessore di Augusto Pinochet è arrivata la benedizione papale. Papa Francesco ha inviato a sorpresa una pergamena a padre Luciano Bosia, rettore del santuario della Madonna della Guardia di Gavi, in occasione dei cinquant’anni di sacerdozio del prelato, membro della congregazione dei Figli di Maria, che gestisce la chiesa gaviese dagli anni Quaranta del secolo scorso. Nel documento c’è una grande foto del pontefice e il testo della benedizione, consegnata a padre Bosia domenica dopo la festa in suo onore nel santuario, con tanti fedeli provenienti da tutta la Val Lemme. Bosia, quando è arrivato a Gavi nel 2016, era salito alla ribalta delle cronache per la sua esperienza in Sudamerica nei decenni scorsi e per la sua amicizia con il sanguinario dittatore.

Padre Bosia con la benedizione arrivata da Papa Francesco (foto da Facebook)

Dopo il golpe dell’11 settembre 1973, quando i militari rovesciarono la repubblica cilena guidata da Salvador Allende, Bosia divenne, a partire dall’anno seguente, cappellano militare in Cile e quindi confessore di Pinochet, a cui è rimasto sempre legato, fino alla morte del militare, nel 2006, quando il prelato gli diede l’estrema unzione. Il padre ancora oggi difende le scelte del dittatore e la sua azione politica, caratterizzata dalla scomparsa di migliaia di persone colpevoli di opporsi al regime di militare e dalla cancellazione delle libertà politiche e personali. Bosia è rimasto in Cile fino al 1984 e ha vissuto quindi i primi dieci anni del regime, poi sconfitto da un referendum nel 1988, quando è tornata la democrazia. Il rettore del santuario ha conosciuto il futuro papa Francesco in Argentina, dove ha vissuto fino al 1974 e dove era parroco in una chiesa di Buenos Aires, città dove guidava anche una scuola privata religiosa. Bergoglio in quegli anni era vicario episcopale in una zona periferica della capitale. Nella pergamena, il Papa invoca per padre Bosia “copiose ricompense celesti per il bene da lui compiuto”.