La Pernigotti al Mise, Di Maio: “Proprietà oggi assente, Conte vuole incontro a breve”

Tutto rinviato all'incontro tra il premier Conte e i titolari dell'azienda, oggi rappresentati solo dai loro legali

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AGGIORNAMENTO ALLE 11,50: L’incontro a Roma è finito. Le posizioni per ora sono rimaste lontane tra i rappresentanti dei fratelli Toksoz da una parte e i sindacati, le istituzioni e il governo dall’altra. Tutto è rimandato all’incontro tra il premier e la proprietà, ancora da fissare. Uscendo dal Mise Di Maio ha spiegato la situazione agli operai novesi, che gli hanno offerto dei gianduiotti.  Il vicepremier si è complimentato con loro per la dignità con la quale stanno combattendo questa battaglia.

AGGIORNAMENTO ORE 11,20: Di Maio annuncia che il premier Giuseppe Conte vuole incontrare la proprietà,  nei prossimi giorni. il governo vuole mantenere aperto lo stabilimento ed è contrario alla terziarizzazione della produzione. Il ministro: “Marchio e persone devono essere legate allo stesso destino. Noi disponibili a trovare strumenti per aiutare il futuro della Pernigotti”.

AGGIORNAMENTO ore 11. L’avvocato Massimo Arlati, legale dei Toksoz, incaricato della “ridefinizione aziendale” della Pernigotti, ha detto che la proprietà intende procedere con la cessazione della sola attività produttiva con la terziarizzazione assegnata a produttori italiani. Nessuna intenzione di vendere l’azienda e il marchio. Lo stabilimento novese “non è economico. Il brand non si vende”. Il legale ha dato i numeri: “100 dipendenti a Novi e 70 commerciali a Milano”. Come gli hanno fatto notare i sindacati,  presenti con i segretari nazionali Cgil Flai, Uila Uile Fai Cisl, si è scordato i 130 interinali. Secondo Arlati, però, gli interinali non ci sono più da due anni (!). “E’ necessario – hanno detto i sindacati – difendere la produzione a Novi Ligure” e hanno chiesto, come annunciato, l’attivazione della cassa integrazione per ristrutturazione, in modo da poter trovare un acquirente. Muliere, senza mezzi termini, ha definito inaccettabile la proposta dell’azienda e ribadito che va difesa la novesità dell’azienda e tutelati i lavoratori. L’assessore regionale Pentenero ha chiesto anch’essa ammortizzatori sociali che diano più tempo e non solo un anno come vogliono i turchi.

ORE 10.40

Sta per cominciare a Roma al ministero dello Sviluppo il tavolo di crisi della Pernigotti. La riunione non è cominciata sotto i migliori auspici: l’azienda è rappresentata dal direttore del personale e dai legali. Non c’è nessun rappresentante della proprietà turca. Un segnale non positivo ma si deve ovviamente attendere l’esito della trattativa, se ci sarà. Tutto infatti dipenderà dalla decisione del gruppo Toksoz di fare retromarcia sulla volontà di chiudere lo stabilimento novese. Al tavolo il ministro Di Maio con il sottosegretario Durigon. Presenti il sindaco Rocchino Muliere e l’assessore regionale Gianna Pentenero insieme a vari parlamentari: Federico Fornaro, Jessica Costanzo, Chiara Gribaudo e Riccardo Molinari.

Fuori il presidio degli operai arrivati stamattina da Novi Ligure.

Già fissato per domani mattina, venerdì 16 novembre, alle 11 davanti alla Prefettura di Alessandria un presidio di lavoratori della Pernigotti. Alle 12.15 è previsto un incontro tra sindacati e Prefetto. La lotta dentro le istituzioni comincia oggi.